Presenza missionaria fatta di ascolto e condivisione

Due suore italiane e una keniota hanno aperto una nuova missione a Esmeraldas in Ecuador

Dal 19 aprile 2006 tre suore delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, suor M. Imelda Rizzato, suor Massimiliana Rosso e suor Mary Kamene Mathuvi, sono partite per una nuova missione in Ecuador, precisamente nella diocesi di Esmeraldas. La piccola comunità, formata per ora da due suore italiane e una keniota, insieme ad una coppia di sposi (Stefania e Luigi) membri della Comunità Emmanuel, è chiamata, come ha scritto il vescovo di Esmeraldas mons. Eugenio Arellano, ad essere soprattutto ‘una presenza semplice, discreta e orante’ tra i più poveri e abbandonati dei rioni della Propicia’. Si apre così un nuovo importante capitolo di esperienza missionaria. L’apertura della nuova comunità di suore in Ecuador, invocata dall’ultimo Capitolo generale delle Piccole ancelle del Sacro Cuore, è considerata un dono grande di Dio fatto alla Chiesa e alla famiglia religiosa, fondata dal venerabile Carlo Liviero, vescovo di Città di Castello dal 1910 al 1932. La piccola comunità, formata da due suore italiane e una keniota, insieme ad una coppia di laici della Comunità Emmanuel è chiamata, oltre che a testimoniare la propria fede cristiana, ad essere ‘una presenza semplice, discreta e orante’tra i più poveri e abbandonati del quartiere Propicia’, come ha scritto il vescovo di Esmeraldas, mons. Eugenio Arellano. La comunità missionaria interverrà soprattutto a favore di donne, bambini, giovani, promovendo la cultura della vita e della solidarietà. Una particolare attenzione sarà data ai giovani che cercano un’esperienza diversa di crescita e una dimensione nuova da vivere. Animeranno gruppi di preghiera, di evangelizzazione, solidarietà e promozione umana, già avviati tra la gente del quartiere. La regione di Esmeraldas è la più a nord dell’Ecuador e, nonostante sia tra le zone più ricche del Paese, i suoi abitanti (per lo più discendenti degli schiavi importati dall’Africa) vivono in un contesto di esclusione e di emarginazione. Molte sono le comunità prive di ospedali, mancano interventi sanitari di base e soprattutto manca l’acqua potabile. Questa presenza missionaria, fatta soprattutto di ascolto e condivisione, vuole essere semplicemente al servizio dei poveri della terra, sempre più violati nei diritti fondamentali, ma sempre più amati dal Signore. In un primo tempo le suore saranno impegnate nella conoscenza della lingua e della cultura del luogo, ma da subito saranno coinvolte nella missione già avviata dalla coppia di laici. Visiteranno famiglie, malati e anziani; speciale attenzione verrà data ai gruppi di catecumeni, di preghiera e di solidarietà già presenti nella comunità cristiana. Incontreranno i tanti giovani e bambini abbandonati a se stessi, senza una speranza certa per il futuro. Le figlie spirituali di Carlo Liviero danno così continuità alle parole profetiche del loro fondatore, il quale ebbe a dir loro: ‘Dopo la mia morte andrete anche in missione’.