Il 25 gennaio 1986 Giovanni Paolo II annuncia alla Chiesa e al mondo di aver invitato ad Assisi i capi delle grandi tradizioni religiose del mondo a pregare per la pace. Il Papa è nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, a Roma, dove celebra la giornata conclusiva della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Da quel giorno la piccola diocesi umbra, patria di san Francesco, viene coinvolta in un evento che l’avrebbe trasformata in icona mondiale delle religioni per la pace. Con mons. Vittorio Peri, al tempo vicario generale della diocesi di Assisi, riandiamo all’incontro di venti anni fa. I ricordi sono vivi nella memoria: dall’annuncio ai mesi di preparazione fino alla giornata. ‘L’organizzazione – ricorda mons. Peri – era in mano alla Santa Sede, in particolare al Pontificio Consiglio per la Giustizia e la pace, il cui titolare era il card. Etchegaray, e in loco, come referente diretto, c’era la diocesi di Assisi e il Vescovo, che era mons. Sergio Goretti, aveva delegato me con un gruppo di collaboratori per l’organizzazione concreta’. Come fu accolto l’annuncio del Papa? ‘L’accoglienza non fu pacifica, né all’interno della Chiesa né all’esterno. Anche nella Santa Sede c’erano molte riserve, in particolare per timore che si cadesse nel sincretismo di un pregare insieme che non sarebbe più stato nè cristiano nè di altre religioni. Ma questo punto fu ben chiarito. L’invito era di essere insieme ad Assisi per pregare, ma separatamente. All’esterno della Chiesa ci fu l’opposizione di quelli che pensavano che la pace si debba difendere con la guerra. La mattina di quella giornata andando in vescovado per prendere dei documenti, trovai davanti all’ingresso un volantino con su scritto: ‘Wojtyla non con la preghiera, ma con le armi si difende la pace’. Provvidi subito a staccarlo!’. Come diocesi avevate contatti con i capi delle religioni? ‘Sì, certo. Ricordo l’incontro con il rabbino Toaff che venne ad Assisi per individuare il luogo dove pregare. Suo figlio, che insegna a Tel Aviv, gli aveva dato indicazioni della presenza in città di una sinagoga nel Medioevo. Aveva una cartina e la individuammo a circa 20 metri dall’attuale Chiesa Nuova. Pregarono all’aperto, proprio lì. Ricordo anche con molta commozione la visita di un monaco buddista. Entrò nello studio e lo feci accomodare su una sedia. Lui, molto umilmente attese circa 15 minuti; poi si presentò e seppi che era il vice del Dalai Lama’. Come avvenne la scelta del giorno? ‘Ricordo che ci fu una grande attenzione per evitare i giorni di venerdì, di sabato e di domenica perché troppo legati ai cristiani, agli ebrei e ai musulmani. La scelta cadde dunque sul lunedì. Anche questa volta, se ci facciamo caso, la scelta è caduta su due giorni ‘neutri’: il lunedì e il martedì’. Gli ospiti arrivarono il giorno prima? ‘Sì, e furono ospitati ad Assisi negli alberghi e nelle case religiose. Ricordo che i cristiani, sia cattolici che di altre confessioni, furono alloggiati anche in case religiose, mentre gli altri (buddisti, ebrei, indù, amerindiani, scintoisti e sik) negli alberghi. Questo per quanto riguarda la prima volta, in quanto sono state tre le Giornate mondiali di preghiera, e non due come spesso erroneamente si dice”Quali sono le altre? ‘Sono state tre perché la prima è quella di cui oggi si commemora il ventesimo; poi c’è il 9 e 10 gennaio 1993 quando il Papa venne per pregare per i Balcani. Infine, il terzo incontro di preghiera per la pace, il 24 gennaio 2002 quattro mesi dopo l’attentato terroristico alle Torri Gemelle a New York’. Come ricorda la Giornata del 1986? ‘Importanti furono i tre discordi di Giovanni Paolo II (a Santa Maria degli Angeli, a San Rufino e a San Francesco) che furono incentrati sulla preghiera, in quanto la Giornata fu una giornata di preghiera, digiuno e pellegrinaggio per la pace. Benedetto XVI, nel messaggio inviato per questo ventennale sottolinea con forza questo aspetto della prima Giornata mondiale di Assisi’. L’anno dopo la Comunità di Sant’Egidio iniziò gli incontri ‘Uomini e religioni’ nell’intento di dare seguito alla grande giornata del 1986. Ebbero contatti con la diocesi di Assisi? ‘Ricordo bene che poco tempo dopo l’incontro del 26 ottobre venne dal Vescovo una delegazione della Comunità di Sant’Egidio per proporre a mons. Goretti di organizzare ogni anno una Giornata commemorativa per ricordare quell’evento storico. C’era anche mons. Paglia che, allora era già tra i responsabili della Comunità. Io ero presente, ed ero un po’ preoccupato: il peso organizzativo era molto grande e la diocesi molto piccola. Si discusse un poco e la diocesi rinunciò a prendersi questo impegno in prima persona e così se ne fece carico la Comunità di Sant’Egidio che organizzò i primi due incontri a Roma e il prossimo anno, a Napoli, celebra il ventesimo convegno Uomini e religioni’.
Preghiera digiuno pellegrinaggio
Assisi 1986. Con mons. Vittorio Peri viaggio nel tempo, nella piccola diocesi umbra che accolse il Papa e i capi spirituali delle Chiese cristiane e delle grandi religioni del mondo, per pregare per l
AUTORE:
Maria Rita Valli