L’acqua della politica umbra sta bollendo, ma si cucinerà qualcosa? Il 2007 si è chiuso con una Presidente della Regione all’attacco di un Partito democratico ancora troppo incerto nel suo percorso di maturazione, e quindi sponda troppo fragile (se non in alcuni casi, assente) di quell’azione amministrativa che invece la Lorenzetti, nel 2008, intende esasperare sul versante delle riforme. Ma il nuovo anno si è aperto con il maggior sindacato umbro, la Cgil, all’attacco della Giunta regionale e di una concertazione che sta segnando il passo. Strano, però, che la Lorenzetti avesse detto, un mese prima, più o meno la stessa cosa… Gli analisti della politica dicono, da sempre, che il massimo del movimentismo equivale al minimo dell’amministrazione. Se tutto questo si dovesse rivelare vero per un’Umbria congenitamente restia ad applicare misure di ridimensionamento della spesa pubblica (secondo le ultime stime, i dipendenti pubblici sono oltre 30 mila, più i pensionati), anche il 2008 non si presenta sotto i migliori auspici. E invece la nostra regione necessita, più di altre, di spinte che ne rilancino la capacità autonoma di produrre reddito e ricchezza. Un problema, questo, che partiti e schieramenti sembrano non porsi, concentrati come sono, dalla metà del guado, a scrutare i possibili approdi, dopo gli scossoni ricevuti dai rispettivi livelli nazionali. Il Partito democratico, per il centro sinistra umbro, è stato una complicazione da molti non gradita già prima del suo nascere. Le logiche stratificate dei due partiti che vi sono confluiti (Ds e Margherita) hanno stentato e stentano tuttora a riparametrarsi rispetto ad una realtà politica nuova, tutta da costruire. Una cosa è certa: se di due partiti se ne fa uno, nella logica del cittadino, così sensibile negli ultimi tempi alle tematiche della ‘Casta’, anche le cosiddette ‘poltrone’ dovrebbero dimezzarsi! Questione non da poco, per il sistema politico umbro. Il centrodestra non sta meglio. Anche qui lo scossone berlusconiano del Partito delle libertà è sembrato calarsi come ulteriore complicanza in una realtà regionale già scossa da divisioni, personalismi e comportamenti politicamente autolesionistici. Per il momento, la strada umbra verso il nuovo partito del centrodestra sembra essere ancora persa nella nebbia dello scontro fra i circoli, gli originari Club, gli eletti nelle assemblee, i sindaci… Sarebbe ora che qualcuno spiegasse all’elettore dell’ormai liofilizzata Casa delle libertà che cosa stia veramente accadendo, dando un’immagine più nitida del percorso e degli obiettivi della nuova iniziativa berlusconiana. E poi c’è la Sinistra-Arcobaleno, la Destra storaciana, la possibile ‘Cosa bianca’… La sensazione è che l’Umbria della politica, e cioè delle decisioni da prendere sui problemi veri della gente, non si possa permettere di restare troppo a lungo in mezzo al guado. Sprecare il 2008 senza aver inciso sulle questioni nodali potrebbe essere un danno plurimo: prima di tutto per i cittadini, ma poi anche per i politici, visto l’avvicinarsi di scadenze elettorali importanti.
Politici, è ora di uscire dal guado
Il nuovo anno non parte con il piede giusto per la politica umbra. Troppe divisioni, troppo poche chiarezze
AUTORE:
Daris Giancarlini