Daniele Benedetti, 37 anni, centro sinistra, è il nuovo sindaco di Spoleto. In una settimana ha vissuto tante emozioni: la vittoria al ballottaggio su Angelo Loretoni, la nascita del primogenito Enrico, l’inizio del Festival. Benedetti entra in politica nel 1999 come indipendente nelle liste del Partito popolare riformatore. Eletto consigliere comunale, dopo tre anni è nominato dal sindaco Massimo Brunini assessore ai Servizi sociali e alla Sanità. Nella seconda giunta Brunini è vice sindaco, con deleghe all’Urbanistica, allo Sviluppo economico e Pianificazione strategica. Un uomo, insomma, che l’esperienza l’ha acquisita sul campo. Qual è l’urgenza da affrontare a Spoleto? ‘Più di una. Primo la crisi economica. Insieme dobbiamo lavorare per fronteggiarla. Non permetterò a nessuno di tirarsi indietro dall’occuparsi della città. C’è la volontà, anche degli Istituti di credito, di collaborare in questa direzione. Altra priorità sono le frazioni. Abbiamo fatto tanto, però nei paesi c’è poca informazione sull’attività del Comune. Ci saranno incontri costanti. Darò la delega dei rapporti con le frazioni ad un consigliere comunale’. Continuità nel rinnovamento è stato il suo motto elettorale. Dove la continuità e dove il cambiamento con l’operato di Massimo Brunini? ‘Per quanto riguarda la continuità, dobbiamo portare a termine i molti progetti avviati. Il metodo usato è stato vincente e gli elettori ce lo hanno dimostrato. Per quanto riguarda il rinnovamento, dobbiamo allacciare nuovi rapporti con i territori dell’Area vasta. Ci hanno accusato di essere stati campanilisti, che ci siamo arroccati nella nostra città. Ora, saremo presenti in tutti i tavoli, sia regionali che nazionali, con l’autorevolezza che abbiamo guadagnato. Il rinnovamento passa anche per quanto successo in campagna elettorale: abbiamo un Consiglio comunale con un’età media sotto i 40 anni e con persone competenti, giovani, nuove, non legate ai vecchi schemi. Anche la Giunta sarà giovane e rinnovata. Quante donne in Giunta? ‘Credo poco nelle quote rosa: utilizzeremo le persone migliori che abbiamo, a prescindere che siano donne o uomini’. Molti consiglieri, come lei, vengono dal mondo cattolico. Quanto è stato difficile far passare questa linea con i ‘vecchi’ della politica? ‘I rappresentanti li hanno scelti i cittadini. Noi abbiamo messo in lista persone con alte qualità, soprattutto morali. Il fatto che ci siano molti cattolici, io stesso lo sono, mi fa piacere. Comunque è importante che la laicità del Comune sia uno dei punti fondamentali. Le scelte fatte, anche se abbiamo faticato per inserire giovani nelle liste, ci hanno premiato; gli spoletini hanno scelto le persone migliori che si potevano eleggere’. Il centro storico è una questione che ha portato molte tensioni. Cosa farà per rilanciarlo? ‘Io ho vissuto 32 anni al centro. Ora vivo in una frazione e quindi conosco le problematiche che anche lì vi sono. Il territorio va promosso nel suo complesso. Come sindaco mi terrò la delega per la rivitalizzazione del centro: voglio dare un segnale forte. Riporteremo dentro le mura tutti i servizi rimasti all’esterno; favoriremo insediamenti produttivi e di terzo settore; obbligheremo le strutture commerciali che aprono sul nostro territorio ad attivare dei punti anche nel centro storico. Il palazzo di fronte al Comune è destinato alle giovani coppie. Verrà anche rivisitato il piano del traffico: sarà più funzionale alle esigenze del centro. Da questi punti partiremo. Poi, ci saranno iniziative, eventi e il consolidamento di quanto già esistente’. Come collaborerà con l’opposizione? ‘La campagna elettorale è finita. C’è un sindaco, ci sarà una Giunta, c’è un Consiglio. Ci sono cose interessanti nei programmi degli altri candidati. Tutto ciò che è utile per la città è patrimonio di tutti. Così lavorerò con l’opposizione e con la maggioranza. Chi ci vuole stare, bene; chi non ci vuole stare, dovrà giustificare ai suoi elettori perché non vuole il bene della città. Le critiche sterili non devono più trovare spazio a Spoleto. Occorre fare gruppo e massa critica per il bene della città’. Tra i tanti messaggi giunti dopo l’elezione, quale quello che ricorda con più piacere? ‘Il più bello in assoluto è stato quello della mia prima ‘tata’: l’ho incontrata a S. Martino in Trignano. Quando ho capito chi fosse quella signora, mi si è riaperto un file nel cervello. Pensi, la prima parola che ho pronunciato è stato il suo nome. Lei si è commossa nel rivedermi, e io con lei’.