Polacchi, immigrati ‘a testa alta’

Esce il rapporto Caritas su una presenza straniera assai significativa, anche in Umbria

Dopo il volume dedicato agli immigrati irregolari in Italia, Caritas italiana presenta un’altra interessante ricerca nel volume: Polonia, nuovo Paese di frontiera. Da migranti a comunitari. Dalla ricerca emerge un preciso identikit dei 100mila polacchi presenti in Italia: ben inseriti, istruiti, profondamente religiosi, affezionati alla cultura italiana e orgogliosi delle loro tradizioni. Una ‘integrazione a testa alta’ per un popolo che appartiene al maggiore tra i nuovi dieci Stati dell’Unione europea. L’Umbria è tra le prime cinque regioni per presenza di polacchi, con oltre duemila immigrati dei quali la maggior parte sono donne, ma è significativa anche la presenza maschile che vede la provincia di Perugia al terzo posto, dopo Roma e Napoli, con 528 uomini. ‘Particolarmente positivo è sempre stato il rapporto con i cittadini polacchi, diversi dei quali si rivolgono ai Centri di ascolto delle Caritas umbre nel chiedere aiuto per cercare un lavoro e una casa – commenta Stella Cerasa, responsabile del Centro di ascolto della Caritas diocesana di Perugia -. Conosciamo le donne polacche come le prime cittadine straniere che si sono inserite nella nostra regione a livello lavorativo, nella cura delle persone anziane e malate 24 ore su 24, creandosi anche una buona fama per la disponibilità e la correttezza nella prestazione della loro opera, al punto di essere quelle più richieste dalle famiglie italiane. Tra le immigrate dell’Est Europa, le polacche sono anche quelle che più di tutte mantengono i contatti con il loro Paese ritornandovi spesso, ma garantendo la continuità di lavoro facendosi sostituire da familiari o da amiche’. Diverse donne polacche, con i loro bambini, sono state accolte negli anni dalla Caritas: ‘Non stavano in casa d’accoglienza – racconta un’operatrice Caritas di Perugia -, ma ci aiutavano nella gestione quotidiana della casa stessa. Sono persone molto solidali tra loro e ben integrate nella comunità che le accoglie. Una volta uscite dalla casa, ci fanno partecipi della loro religiosità familiare, invitandoci alle feste in occasione dei sacramenti dei figli’. Il volume pubblicato da Caritas italiana è frutto di due anni di ricerca: 40 autori di cui la metà polacchi, più di 100 testimoni privilegiati intervistati. Una panoramica a tutto campo sulla presenza dei polacchi in Italia: da Roma, che ne accoglie un quarto del totale, a Napoli, Milano, Bologna, Perugia, Firenze. I tre quarti della popolazione polacca soggiornante in Italia è costituito da donne, ben inserite nel settore dell’assistenza familiare. È comunque fuori luogo l’equazione ‘donne polacche uguale colf’ e ‘uomini uguale muratori’. Si tratta di una presenza istruita (il 65% è laureato o diplomato, ben 15 punti in più rispetto agli italiani), con un’ottima conoscenza delle lingue, che inizia a farsi strada in diversi settori. I polacchi sono profondamente religiosi e, anzi, le vicende migratorie li hanno spesso portati ad approfondire all’estero la propria religiosità. Interessati a guadagnare di più per sostenere le loro famiglie e il loro Paese, spesso si accontentano di una permanenza temporanea ma non disdegnano neppure un inserimento stabile, come attestano le numerose coppie miste. Mandano i risparmi in patria, ma tendono anche a comprare casa in Italia. Si affezionano alla cultura italiana, ma rimangono attaccati ai loro valori e tradizioni.

AUTORE: R. L.