Questa abat jour ha un carattere eminentemente precauzionale. È già successo l’anno scorso. Non vorrei che si ripetesse. L’anno scorso, di questi tempi, Bruno Vespa pubblicò un volume sulla cui copertina campeggiava la parola ‘Storia’. Qualcuno me lo regalò all’inizio dell’Avvento. E io lo portai con me a Fonte Avellana, dove passai l’Avvento facendo vita comune con i monaci. E tentando di leggere ogni tanto qualcosa del libro di Vespa. Non ci sono riuscito. È stata una sofferenza. Tornavo in cella nelle pause della preghiera comune, e prendevo in mano sine ira et studio quel tomo. Fra parentesi: ‘cella’?: ben riscaldata e con acqua corrente, fredda e calda. Nel momento in cui prendevo in mano lo pseudo volume, ero ancora impregnato delle semplici e portentose melodie liturgiche del salterio monastico dei Camaldolesi: con esso dom Thomas Mathus ha fatto la sua piccola rivoluzione all’interno della tradizione del canto monodico della nostra liturgia, recuperando cadenze bellissime e imprevedibili, pre-gregoriane. Venticinque anni di duro lavoro, dalla Pasqua del 1968 (‘Anno di rivoluzioni di ben altra portata’: così in prefazione). Nel momento in cui prendevo in mano il voluminoso libercolo, mi risuonava ancora nel cuore la poesia di padre Davide Turoldo (‘A Te che sciogli l’enigma del mondo”; ‘Ormai il sole è già alto sul mondo / e la città è un gorgo in tumulto: / ogni rumore si muti in preghiera / nei nostri canti e salmi, Signore!”). Il libro di Vespa: una doccia turca, da +35’a -10’ andata e ritorno, più volte. Mi dicevo: ma com’è possibile? Com’è possibile che qualcuno si sia pericolato a chiamare ‘storia’ questo risciacquo di cucina? Com’è possibile che decine di migliaia di persone acquistino una boiata del genere, e resistano a leggerne più di una pagina? In realtà Vespa l’Untuoso è uno che ha capito tutto della Tv, alla pari di Mike l’Immortale; in Tv porro unum est necessarium, dire sempre quello che i tuoi telespettatori si aspettano che tu dica. Appena tornato a casa, con il permesso di chi me l’aveva regalato, cercai subito qualcuno al quale sub-regalare il mostriciattolo. Qualcuno che avesse da accendere una stufa priva di sistema piezoelettrico di accensione. Qualcuno che avesse un mettitutto da zoccare. L’ho trovato, l’incauto. Ma la sofferenza è rimasta. Quest’anno il Presidente dei professionisti dell’ovvio ha pubblicato un altro libro, titolandolo (nientemeno!!) ‘Vincitori e vinti’, come lo splendido film che all’indomani della Seconda guerra mondiale tentò un timido ma appassionante esame di coscienza a beneficio dei commercianti eccellenti che a Yalta si erano spartiti il mondo. Se uno me lo regala, il nuovo parto dell’Untuoso, stavolta lo denuncio.
Please, non lo fate
Abat Jour
AUTORE:
Angelo M. Fanucci