Più vantaggi pastorali per tutti

DIOCESI. Che cosa cambierà - e in meglio - con la nascita dell'unità pastorale di Petrignano, Palazzo, Torchiagina. Lo spiega lo stesso Vescovo

È ufficialmente sorta l’unità pastorale Petrignano-Palazzo-Torchiagina, comprendente le comunità di Tordibetto, Mora, Sterpeto, Rocca S. Angelo e S. Gregorio. In una lettera destinata ai fedeli di detta unità pastorale (già pubblicata su questa pagina venerdì 27 giugno scorso) il vescovo mons. Sorrentino entra nei dettagli organizzativi e nei ruoli specifici. Da tale missiva è scaturito il seguente breve colloquio.Mons. Sorrentino, da quanto scritto si evince la sua determinazione a realizzare il progetto delle unità in ambito locale e diocesano… ‘Direi che proprio il nuovo contesto rende ancora più urgenti le unità pastorali. Esse furono una intuizione della quale sono molto grato al mio predecessore mons. Goretti. Mi muovo nel solco da lui tracciato. Le unità pastorali altro non sono che ‘parrocchie in rete’. Le parrocchie non vengono abolite ma si uniscono secondo certi criteri territoriali e pastorali per valorizzare tutte le forze; nulla si perde dei servizi tradizionali della parrocchia, ma ciascuna acquista i vantaggi di una collaborazione organica’. Non ritiene che qualche sacerdote tema di perdere una autonomia acquisita? ‘Può darsi. Collaborare è certo più difficile del coltivare il proprio ‘orticello’, ma i vantaggi della collaborazione sono troppo importanti per arrendersi all’individualismo e al campanilismo. Peraltro, la ‘comunione’, che è l’essere stesso della Chiesa, implica la capacità di aprirsi e di accogliersi.’ Sulla base delle unità pastorali quale tipo di assetto verrebbe ad assumere la Chiesa in Assisi? ‘Niente di particolarmente innovativo. In realtà già mons. Goretti configurò la pastorale cittadina secondo una rete delle parrocchie articolata in due grandi unità: da una parte, S. Rufino, le Viole e la Montagna (Costa di Trex, S. Maria di Lignano, Porziano); dall’altra S. Pietro, S. Maria Maggiore e S. Margherita. Queste due unità devono integrarsi in un unico disegno di pastorale cittadina.’ Come giudica la comunità cristiana nel ‘territorio’ di Assisi? ‘Indubbiamente complessa, ma anche viva. Certo, si può far meglio. Soprattutto se si pensa ad alcune grandi sfide: l’evangelizzazione in una società scristianizzata, il coinvolgimento dei giovani, la tenuta delle famiglie; urge una pastorale più coordinata e fervorosa che deve fare i conti con le esigenze dei cristiani residenti e inoltre con quelle dei pellegrini. Non è poco!’

AUTORE: Francesco Frascarelli