L’anno dedicato alle persone disabili si è appena concluso ma molte problematiche legate all’affermazione reale dei diritti dei soggetti con disabilità rimangono aperte. “Nel 2003, anno dedicato alle persone con disabilità, ci sono state tante parole ma pochi fatti” – secondo il consigliere comunale dei Ds di Perugia, Raffaele Goretti, che ha segnalato “una scarsa attenzione verso le persone con disabilità in tutta l’Italia”. Nel marzo del 2002 a Madrid si sono riunite 400 associazioni europee per stilare la carta dei diritti delle persone con disabilità, in seguito all’incontro l’Unione europea ha invitato i governi di tutti gli Stati ad orientare per il 2003 politiche generali che tenessero in conto la tematica della disabilità. “Malgrado ciò – ha detto Goretti – il governo italiano, su 1760 progetti presentati legati alla tematica, ne ha finanziato solo 22. In più, proprio in questo anno, non è stata finanziata la legge per l’abbattimento delle barriere architettoniche ed è stato minato il diritto al lavoro dei soggetti svantaggiati sollevando le aziende che forniscono commesse alle cooperative di tipo B dall’obbligo di assumere persone con disabilità”. Il consigliere comunale ha segnalato anche scarse iniziative sul fronte della comunicazione “utilissima per far prendere coscienza a tutti i cittadini delle esigenze delle persone con disabilità e per coinvolgere le istituzioni”. Nella nostra regione in particolare, sono state piccole cose con buoni risultati però in ogni caso “occorre un impegno politico preciso per passare dalle dichiarazioni programmatiche alla realtà”. Infatti, secondo quanto ha riferito Goretti, incaricato dal sindaco di Perugia, sulle questioni della disabilità e dello svantaggio – durante l’anno europeo delle persone con disabilità “anche in Umbria l’impegno politico forte non è riuscito come avrebbe dovuto a vincere la resistenza di un sistema vecchio e superato che considera le persone con disabilità come soggetti da assistere. Inoltre, i fondi destinati alla problematica vengono spesi senza tenere conto delle effettive necessità delle persone perché manca a livello regionale una conoscenza dettagliata delle esigenze dei titolari del diritto e le risorse umane che si occupano della questione sono limitate”. “La programmazione regionale futura dovrebbe porre maggior attenzione alla destinazione dei fondi – ha affermato Goretti – da attribuire a servizi realmente utili, come per esempio il finanziamento di progetti per la vita indipendente e per l’assistenza domiciliare che, oltre al risparmio – per un ricovero di una persona disabile in istituto lo Stato spende circa 3mila euro al mese – permetterebbe alle persone che lo desiderano di rimanere nel loro abituale ambiente di vita. L’Amministrazione comunale di Perugia – ha precisato Goretti – ha dedicato un’intera settimana alle problematiche legate ai diritti di cittadinanza delle persone con disabilità organizzando tutta una serie di attività che hanno coinvolto le associazioni, le cooperative sociali, le Province e le circoscrizioni. Ma il ruolo degli enti locali è limitato e per realizzare i progetti occorrono soldi”. Ma c’è anche qualche buona notizia: proprio in questi giorni è stata istituita per legge la figura dell’amministratore di sostegno, una persona di fiducia della famiglia che potrà gestire il patrimonio dei disabili intellettivi e relazionali alla morte dei loro congiunti. Si tratta di una svolta fondamentale che libera dalla possibilità d’interdizione molte persone con difficoltà.
Più fondi per un disabile “autonomo”
Secondo il consigliere comunale Goretti il disabile non è "un soggetto da assistere". È necessario conoscere le sue esigenze
AUTORE:
Ida Gentile