Non sappiamo quante carrozze avrà il treno della pace che trasporterà il Papa e i partecipanti all’incontro di Assisi. Il fatto che sia un treno il mezzo di trasporto, tuttavia, suscita un sentimento quasi patetico, come se attraverso la scelta del mezzo si volesse anche dire il ritorno a forme più semplici di vita e forse anche per significare che mentre la guerra corre a velocità supersonica con gli aerei più sofisticati, la pace purtroppo ha solo un treno, magari anche ansimante, cui solo la leggerezza spirituale dei partecipanti consentirà di arrivare alla mèta.
C’è un precedente, tuttavia, e di buon auspicio: il viaggio, in treno appunto, di Giovanni XXIII quando si recò ad Assisi e a Loreto il 4 ottobre 1962. Di buon auspicio, dicevamo, perché quel treno fu salutato con entusiasmo a tutte le stazioni da folle di persone che in quel gesto e in quel simbolo avevano colto lo stile di un Papa e di un uomo che amava profondamente la gente e andava seminando serenità e gioia in tutti. Anche i non credenti avevano scorto in lui il volto di un uomo buono, il Papa buono. Di buon auspicio anche perché Giovanni XXIII proprio in quei giorni dava inizio alla celebrazione del Concilio vaticano II da lui stesso annunciato e convocato tre anni prima. Il treno di Giovanni XXIII ha portato un vento di rinnovamento nella Chiesa e una grande apertura verso l’intera umanità.
Il treno di Giovanni Paolo, non più viaggiatore isolato ma accompagnato da così numerose personalità provenienti da tutto il mondo, è destinato a portare un vento gagliardo di ravvedimento e di riconciliazione. Ma chi sono questi personaggi? Scorrendo la lista (non definitiva) abbiamo contato 14 gruppi religiosi: Chiese ortodosse, Antiche Chiese d’oriente, Chiese e comunità ecclesiali d’Occidente, Ebraismo, Buddismo, Tenrikyo, Shintoismo, Islam, Giainismo, Sikhismo, Induismo Zoroastrianesimo, religioni tradizionali africane, Cristianesimo. Il raggruppamento più numeroso è quello dei cristiani che sono presenti con 33 denominazioni, seguito da una trentina di rappresentanti di molti paesi musulmani, compresi l’Arabia Saudita, il Pakistan, Le Filippine, L’Egitto, il Kazakhstan. Si può segnalare come di grande importanza la presenza di 11 Chiese ortodosse autocefale con il Patriarca ecumenico Bartolomeo I e una nutrita delegazione in prima fila.
Importante anche il raggruppamento delle Chiese provenienti dalla Riforma protestante che è presente con grandi personalità, tra cui Ismael Noko che, in qualità di segretario generale della Federazione luterana mondiale, ha operato in prima persona per la firma della dichiarazione cattolico – luterana sulla giustificazione. Tra gli ebrei vi sono altissime personalità, alcune ben conosciute come il rabbino emerito della sinagoga di Roma Elio Toaff, che era presente anche nell’86, e anche il rabbino di Gerusalemme David Rosen e di Francia Samuel René Sirat. È ricca anche la rappresentanza del Buddismo con un inviato dal Dalai Lama e un folto gruppo di buddisti giapponesi. Da tutto ciò appare che chi pensava ad una stanca ripetizione dell’avvenimento dell’86 può costatare che l’invito del Papa a pregare per la pace ancora una volta ha avuto grande eco nell’ambito delle religioni mondiali. Non sono compresi in questo elenco i 33 tra cardinali, arcivescovi e vescovi, personalità invitate (come Chiara Lubich e leader di Movimenti ecclesiali cattolici). Saranno presenti inoltre il Presidente della Repubblica Ciampi, il Presidente del Consiglio Berlusconi e il ministro Lunardi.