Pietralunga ha ricordato i caduti per la Liberazione

Al paese la medaglia di bronzo per il contributo dato alla Resistenza

Molte persone sono arrivate a Pietralunga, sabato 23 aprile, per celebrare il sessantesimo anniversario della Liberazione dall’occupazione nazi-fascista. Ad organizzare la manifestazione che ha anticipato le altre del 25 aprile (vedi box) sono stati il Comune di Pietralunga con i comuni dell’Alta Umbria, compresi nelle comunità montane dell’Alto Tevere umbro e dell’Alto Chiascio, la Regione e la Provincia. Gli alunni della scuola media e della quinta elementare insieme ai loro insegnanti hanno arricchito la manifestazione con la loro presenza e il loro intervento attraverso canti (‘La libertà’ di Gaber e ‘La guerra di Piero’ di F. De Andrè) e poesie di Eluard, Quasimodo, Ungaretti e Neruda. Uno degli alunni ha rievocato la figura del ‘Prete Bandito’, don Marino Ceccarelli (morto poco più di un anno fa) che tanto aiutò i partigiani che operavano nel territorio di Morena, la sua parrocchia, posta nel comune e nella diocesi di Gubbio, ma molto vicina a Pietralunga.’a celebrazione si è svolta presso il monumento al partigiano umbro di Pietralunga; questo non a caso. Il Comune è stato decorato con la medaglia di bronzo per il suo grande e valoroso contributo dato alla Resistenza. A Pietralunga la guerra è stata veramente cruda. Molti – ancora vivi ‘ ricordano i tanti lutti e le tante sofferenze vissute dalla popolazione. Dal settembre 1943 ‘ dopo l’armistizio ‘ cominciarono i mesi più duri e più dolorosi di tutta la guerra. E cominciò la Resistenza. In questo territorio operò soprattutto la brigata proletaria d’urto ‘San Faustino’. Tutti i presenti hanno ricordato che non occorre fare tanto una revisione storica ‘ in nome di una presunta pacificazione nazionale ‘ che metta sullo stesso livello vittima e carnefice (coloro che sono morti per riacquistare la libertà con coloro che sono morti per fiancheggiare l’invasore). Piuttosto è stato ricordato che la libertà è un bene prezioso da conservare, forse anche da meritare, tenendo viva la memoria sapendo che la nostra libertà di oggi è costata il sacrificio e la vita di tanti. L’ex partigiano Bonfiglio, parlando’el riapparire della croce uncinata’egli stadi, esortava i presenti a non dimenticare e diceva – riferendosi al sacrificio di tanti nella Resistenza – ‘… ricordare, ricordare, ancora ricordare …’.