In una stagione calcistica, uno degli aspetti più difficili da mettere in pratica è quello di trovare una certa continuità nelle prestazioni, che assicuri anche un bottino di risultati e di punti importante. Nello specifico, in un campionato lungo ed equilibrato come la serie B, la forza di una squadra va valutata, più che sulla forza dei singoli o sui picchi di prestazione che vengono mostrati in determinati frangenti, soprattutto sulla reale capacità di arrivare a un equilibrio di gioco e mentalità che consenta di raggiungere uno standard di performance e risultati per un lungo tempo durante la stagione.
Perugia e Ternana, in quest’annata, hanno sperimentato di non avere, finora, questo tipo di qualità, e navigano probabilmente nella zona di classifica più giusta rispetto a quello che hanno dimostrato. Il sabato pomeriggio del “Curi” sembrava una tavola imbandita per il cambio di passo definitivo dei grifoni in questo campionato. La vittoria di Crotone e gli arrivi del mercato di gennaio a completare la rosa avevano riportato fiducia ed entusiasmo in tutto l’ambiente biancorosso, tanto che lo Spezia faceva meno paura del previsto. Bisoli, poi, aveva soddisfatto la curiosità dei tifosi cambiando la formazione con molti volti nuovi in campo e contraddicendo la vecchia regola del calcio che recita: “Squadra che vince non si cambia”.
Il Grifo in campo sembra subito impacciato e imbrigliato dalla ragnatela di gioco che i liguri, ben schierati, interpretano a memoria. Neanche la superiorità numerica per tutto il secondo tempo dà la spinta necessaria per sovrastare l’avversario. Le occasioni sono sporadiche e, nel finale, è lo Spezia ad avere due ghiotte opportunità per fare bottino pieno. Una punizione che sarebbe stata sicuramente troppo grande per il Perugia, comunque opaco, visto all’opera. Una squadra a cui sembra ancora mancare un po’ di brillantezza fisica e, con i nuovi innesti, la giusta amalgama e compattezza di squadra. A metà febbraio, però, il tempo stringe se si vuole provare a mantenere la nave sulla rotta per i play-off.
Anche la Ternana , dopo la bella prestazione con il Modena che aveva seguito quella dignitosa in casa di un proibitivo Cagliari, era chiamata a confermare i progressi mentali e di gioco anche a Livorno, contro una squadra che, tornata in mano al tecnico Panucci, aveva abbandonato il trend ribassista della seconda metà del girone di andata, conquistando di nuovo punti pesanti e tirandosi quasi fuori dalle posizioni delicate che, obiettivamente, sembravano andare strette per la qualità della formazione amaranto.
All’“Ardenza” la partita è piuttosto equilibrata e il ritmo alto. Dalla parte rossoverde è Falletti che sembra essere entrato in partita meglio dei compagni e che mette spesso in difficoltà con la sua rapidità la difesa di casa. Breda, però, deve ringraziare soprattutto il proprio portiere Mazzoni, che si supera in un paio di circostanze e mantiene il risultato in parità fino alla mezz’ora della ripresa.
Il finale è di marca labronica, e la Ternana non dimostra di avere la tenuta necessaria per portare in fondo quantomeno il pareggio. Il gol decisivo rende merito a un Livorno che la spunta con quel pizzico di cuore in più che non si è visto dall’altra parte. Le polemiche settimanali per l’esclusione di Masi dalla lista e la conclusione del calciomercato senza particolari botti possono aver giocato anche un ruolo destabilizzante, ma quello che manca davvero è il cambio di passo nei momenti decisivi e nelle situazioni che sembrano alla portata. A questo punto, in casa rossoverde si fa strada l’idea che salire questo scalino non sia nelle corde di questa squadra, e che convenga portare in fondo la stagione cercando di mantenere a distanza di sicurezza il quintultimo posto e tutti i pericoli a esso associati.