Perché le tue nozze siano mistiche

Si celebra il 14 giugno a Montefalco la giornata dei fidanzati e sposi. Le suore di Santa Chiara hanno scritto una lettera a tutte le famiglie

Domenica 14 giugno, a partire dalle 15.30, i fidanzati e le giovani coppie di sposi dell’arcidiocesi si ritroveranno a Montefalco nel monastero di Santa Chiara per un pomeriggio di riflessione e condivisione. È attesa anche la visita dell’arcivescovo. Don Sem Fioretti, direttore del Centro per la pastorale familiare della diocesi, ha chiesto alle monache di Santa Chiara, guidate dalla priora suor Maria Rosa Guerrini, di indirizzare una lettera alle famiglie della diocesi nel VII centenario della morte di santa Chiara della Croce. Il testo intero della lettera è pubblicato sul sito dell’arcidiocesi www.arcidiocesidispoletonorcia.it. Qui, riportiamo solo alcuni passaggi. ‘Perché l’amore sperimentato in uno sguardo incantevole il giorno dell’innamoramento non è capace di durare nella prova? Sicuramente le risposte possono essere tante quante sono le situazioni più variegate delle troppe famiglie in crisi. L’amore non è, e non deve essere, una lunga luna di miele: la vita di ogni giorno è spesso piena di ostacoli, ma è l’unica strada da percorrere per crescere. Le fasi dell’amore fra un uomo e una donna: fidanzamento, luna di miele, l’inesorabile quotidiano, rispecchiano anche la relazione esclusiva d’amore con il Signore Gesù. All’inizio vi è l’innamoramento e scatta il fidanzamento. L’attenzione è concentrata sulla conoscenza dell’altra persona e di noi stessi. Si pensa, ci si muove, si vive in relazione a questo inedito che si è introdotto nella vita. Qualcosa di simile avviene anche nella preghiera, dove scatta un incontro speciale con la persona di Gesù Cristo. La luna di miele cede poi il passo alla ferialità di un amore che va sbriciolato nel quotidiano. È l’appuntamento con l’amore maturo: ci spostiamo dall’amare per ciò che otteniamo dal rapporto, all’amare l’altra persona per se stessa aprendoci alla vita. Così è Dio che ci chiede di diventare adulti nella fede, laddove per maturità non si intende un venir meno della vitalità del rapporto, ma un radicarsi nell’amore. Per chi vive quest’intensa relazione con l’Assoluto e con l’altro, la difficoltà, l’incomprensione, la ‘notte oscura’ non sono il segno di un fallimento o di un disastro: piuttosto un tempo per portare a compimento il gioco d’amore che Dio intesse con la sua creatura. Una potatura affinché il frutto ottenga il suo originario splendore, e rimanga nella vita piena. Il Suo capolavoro d’amore! Dio sa fare una cosa sola: amare alla grande! Crediamoci’.