In questi giorni abbiamo tutti intensamente partecipato alla vicenda della liberazione della giornalista del ‘Manifesto’ Giuliana Sgrena e ci siamo lasciati coinvolgere nel dibattito politico che ne è seguito. In modo unanime tutti gli italiani sono rimasti colpiti e commossi dal gesto di Nicola Calipari, che non ha esitato a difendere con il suo corpo quello della giornalista dal fuoco amico-nemico. Le polemiche sono già divampate attorno a questa vicenda e ne seguiranno ancora.Si spera che non finiscano per far dimenticare l’atto eroico di Nicola Calipari. Un atto generalmente considerato estraneo, a torto, agli 007 e professionisti degli apparati segreti dello Stato. Don Maurizio, invece, ha ricordato con parole indelebili che suo fratello Nicola ‘ci ha insegnato che c’è un solo modo per costruire una società migliore, una sola logica da adottare, quella del dono di sé’. Gli umbri hanno spontaneamente pensato ad un altro servitore dello Stato che ha dato la vita nel servizio a difesa di altre vite messe in pericolo dall’odio brigatista, Emanuele Petri, di Tuoro sul Trasimeno. Il pulpito da cui ha parlato don Maurizio induce a pensare a tanti altri pulpiti da cui giungono messaggi positivi per il futuro dell’umanità. In questi giorni nella Cattedrale di Notre Dame a Parigi, il nuovo arcivescovo André Vingt-Trois (questo il suo nome) poteva dichiarare la propria soddisfazione di poter proclamare ancora ‘il primato del diritto sulla forza, il primato della misericordia e del perdono sulla giustizia e sulla vendetta, il primato dell’essere umano, dal concepimento alla morte, sulla sua strumentalizzazione al servizio dei desideri personali, il primato della fedeltà sull’instabilità affettiva’. Nella società di oggi c’è bisogno di dare ascolto a quanto viene detto da questi pulpiti. E pulpito può essere anche la voce straziante di un uomo, inerme saggio e onesto come Marco Biagi, che prima di morire dice ai suoi assassini: ‘per favore, aiutatemi’. Ha raccontato ciò una ragazza testimone al processo di Bologna. Il medico legale ricostruisce la dinamica: dopo i primi colpi il professore scivola a terra di fronte al suo assassino che preme il grilletto per la quarta volta’ Questo non è accaduto in Iraq o in luoghi lontani, dove si dovrebbe importare la nostra civiltà ma a Bologna il 19 marzo 2002. Le parole del professore all’assassino: ‘Per favore’ e la risposta del colpo di pistola stanno a dimostrare la doppia faccia dell’umanità, il dualismo mai sanato tra chi sceglie la vita e l’amore e chi sta dalla parte dell’odio e della morte. Vittime e carnefici si incontrano sulle stesse strade, messaggi di vita e di morte sulle stesse reti mediatiche e informatiche. Saper scegliere il pulpito da cui viene la predica è compito essenziale di chi vuole agire con una coscienza sicura. Come è strano che vi sia chi sta dalla parte di chi spara ad un uomo inerme! Da Bologna di Marco Biagi, da Parigi dell’arcivescovo Vingt-Trois, dalla Basilica di Santa Maria degli Angeli di Roma dove si è celebrato il funerale di Nicola Calipari, dal Gemelli dove è ancora ricoverato il Papa, da milioni di pulpiti che annunciano il bene, la pace e la non violenza, ha origine una luce per il futuro dei popoli. A patto che vi sia ascolto. Ascolto soprattutto del profondo silenzio nel quale sono sepolte le vittime.
Per favore
AUTORE:
Elio Bromuri