L’inaugurazione dell’Anno Giudiziario è un rito che si ripete, solenne, sempre seguito con attenzione, come si segue il responso del medico sul malato. In questo caso ad essere analizzati ed esposti alla pubblica conoscenza sono i mali della società, ed è per questo che la relazione del Procuratore Generale della Repubblica viene accolta come se fosse uno screening completo sulla situazione. La differenza tra il medico ed il Giudice, però, è che quest’ultimo non è in grado (o meglio non è suo compito) di indicare la cura. Nonostante ciò alcune indicazioni ci sono, e quest’anno sono state abbondanti soprattutto in riferimento ad un particolare paziente: la stessa amministrazione della giustizia.Così, accanto e prima dell’elenco dei reati il Procuratore generale di Perugia, Raffaele Numeroso, inaugurando l’Anno Giudiziario 2001, ha parlato del problema degli spazi di lavoro a disposizione della magistratura, ovvero la questione “edilizia giudiziaria” che riguarda Perugia, Terni, Spoleto, Orvieto. A Perugia questo significa porre termine ai lavori del nuovo carcere di Capanne affinché si possa realizzare la progettata “cittadella giudiziaria” rinnovando il palazzo ex sede della Questura e gli attuali carceri femminile e maschile, nei pressi di piazza Partigiani. Il motivo di tanta fretta? Non certo estetico o di semplice comodità per chi lavora ma , ha detto Numeroso, “occorre intervenire sul piano organizzativo e sul piano ordinamentale, per giungere a rapida e giusta risoluzione delle controversie civili, per ottenere in tempi ragionevoli (che non sono certo gli attuali otto-nove mediamente necessari per un processo civile) la definizione dei processi penali”. Obiettivo? Una giustizia che risponda ai diritti dei cittadini ed eviti all’Italia le condanne della Corte Europea dei diritti dell’uomo per “ritardi e violazioni dei diritti fondamentali”. Alla sistemazione degli spazi occorre aggiungere un adeguamento dell’organico. In particolare, nel settore penale pesano in modo consistente le indagini (ben 41 in un anno) che competono alla Corte d’appello di Perugia ogni qualvolta siano implicati gli uffici giudiziari romani. Numeroso ha quindi esposto la situazione dell’Umbria, confermando il dato generale di una diminuzione di quasi tutti i reati tranne quelli legati alla droga e contro il patrimonio. Negativo invece l’aumento della litigiosità nel settore civile, ed anche il bilancio sulla devianza minorile che si concentra nelle aree urbane in particolare a terni, Perugia, Foligno, Spoleto e Città di Castello. Passando ai numeri, secondo i dati forniti dal Procuratore generale, in Umbria dal primo luglio 1999 al 30 giugno 2000, sono stai registrati 8 omicidi volontari (sette in meno rispetto all’anno precedente) e 15 tentati omicidi; 254 rapine, 91 estorsioni, 1121 truffe, 22 reati di usura, 61 bancarotte fraudolente, 860 reati contro la pubblica amministrazione, 88 reati in materia di prostituzione e 31 violenze sessuali. Preoccupano i reati legati alla droga, in lieve flessione rispetto all’anno precedente ma sempre a quattro cifre: 1282 quelli accertati. Per i furti difficile trovare il colpevole: 1038 i furti con autori noti contro i 14617 ‘anonimi’. Cala anche il numero di reati contro l’ambiente, 131, ma sale quello in materia di edilizia ed urbanistica: 946 violazioni accertate contro le 606 dell’anno precedente, dato che per il procuratore Numeroso, è in parte legato ai lavori della ricostruzione. Riguardo alla situazione degli uffici giudiziari dalla relazione è emerso che il numero dei procedimenti pendenti si è ridotto a 4.715 processi. Pesante rimane invece la situazione degli uffici del giudice per le indagini preliminari dove al 30giugno scorso giacevano 6.007 fascicoli, 3.245 in più rispetto ad un anno prima.
Per amministrare bene la giustizia occorrono maggiori spazi di lavoro
Corte di Appello di Perugia: inaugurazione dell'Anno giudiziario 2001
AUTORE:
MariaRita Valli