Presso la sala Norsa gremita di gente, accanto alla basilica di San Francesco ad Assisi, venerdì 8 giugno si è svolta la presentazione del volume L’esperienza di Dio – Disegno di teologia spirituale, scritto dall’arcivescovo mons. Domenico Sorrentino, edito da Cittadella, Assisi. Il libro è stato definito una perla, un’opera di teologia spirituale che si pone accanto ai grandi manuali classici, una pietra miliare nell’esplorazione della spiritualità, un libro postmoderno, postideologico e antignostico, il ritratto dell’autore, teologo e uomo spirituale, un libro frutto di sapientia mentis et cordis.Lodi senza fine sono sgorgate dalle labbra dei presentatori per il libro e, ovviamente, per il suo autore. Ma perché la prima lode salisse a Dio, la seduta si è aperta con il Cantico delle creature proclamato da padre Vincenzo Coli, custode del Sacro Convento. Mons. Vittorio Peri, vicario della diocesi per la cultura, ha ricordato che il volume rappresenta un omaggio a Benedetto XVI che presto visiterà Assisi, e dà prestigio alla collana dell’Istituto teologico di Assisi di cui fa parte. Tutto d’un fiato Il moderatore Francesco Giorgino, giornalista della Rai, dichiarando di aver letto il libro di 900 pagine d’un fiato, ne ha presentato le parole chiave e la struttura in quattro parti, rilevandone i pregi: dottrina profonda, chiarezza espositiva, capacità di collegare presente, passato e futuro (storia e eschaton), originalità e dinamicità dell’impianto concettuale. Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, noto teologo, collega d’insegnamento a Napoli e amico di mons. Sorrentino, ha tenuto una lezione magistrale nella presentazione dell’opera, che ha illustrato con una metafora: la quadratura del cerchio, rifacendosi all’immagine architettonica della cupola su base quadrata. Il quadrato corrisponde all’esperienza umana, il cerchio indica lo Spirito santo, l’ottagono (innesto tra quadrato e cerchio) richiama l’ottavo giorno della luce e quindi la santità e i santi che la attuano. Una teologia che sa raccontareMons. Forte, sottolineando ‘l’esperienza’ di cui il volume tratta, ha notato il passaggio da una teologia speculativa, raziocinante e argomentativa, sviluppatasi dal secolo dei Lumi fino al Vaticano II, a una teologia memorante, narrativa, una teologia del vissuto e della storia, in base alla quale è costruito il volume di Sorrentino, che attesta il rinnovamento consegnatoci dal Vaticano II. ‘La Chiesa – ha detto il relatore – è comunione memorante e popolo di testimoni, non di professori’. Il volume è modulato su quattro registri fondamentali: natura-grazia; parola-Spirito-chiesa; storia-eschaton; dinamica unitiva. Spiritualità e vissuto cristianoIl prof. Luigi Borriello, del Pontificio istituto di spiritualità Teresianum di Roma, ha illustrato l’incrocio, nel volume, tra teologia e storia della spiritualità, quindi teologia del vissuto cristiano. Questo fatto risolve la dicotomia o divorzio tra teologia pensata e teologia vissuta, tra teologia scolastica e teologia mistica o spirituale. Il relatore ha tenuto a sottolineare che, quando si parla di esperienza di Dio, s’intende Dio che si dà a conoscere e parla all’uomo, perché è Dio che cerca l’uomo; l’uomo deve aprirsi a Lui; la teologia è dunque riflessione su Dio che si rivela. Il prof. Antonio Pieretti dell’Università di Perugia si è soffermato sul tema dell’esperienza, facendo un percorso dall’Illuminismo, che ha idolatrato la ragione e considerato la scienza come assoluta, fino ad oggi, in cui si va recuperando l’esperienza umana in tutte le sue componenti, anche emozionali. Il punto specificoLa prima fondamentale esperienza è quella dell’essere: ‘io sono’. La metafisica si fonda sull’essere, il fatto di essere suppone che qualcuno ci abbia fatto dono dell’essere; da qui nasce l’esperienza religiosa fondamentale su cui concordano fedi diverse. Qual è lo specifico dell’esperienza cristiana? Il rapporto natura-grazia, un rapporto circolare in cui l’uomo riceve e ridona. L’esperienza cristiana, radicata nella storia, diventa storia di salvezza in Cristo e nella Chiesa. I santi ne sono testimoni speciali. Il relatore ha notato che il volume, ponendo l’accento sulla meditazione e sulla capacità di meraviglia, risponde alla situazione attuale di inquietudine e di disorientamento. Mai senza la preghieraL’arcivescovo Sorrentino, ringraziando i relatori e il folto pubblico, con brevi e incisive parole, ha ribadito che non c’è teologia senza adorazione di Dio che parla: ‘Il libro lo sento tutto una preghiera’. Il nostro Dio è uscito fuori di sé, si è giocato nella nostra storia, si è sperimentato nella nostra carne. L’esperienza di Cristo è normativa, la sua rivelazione rappresenta il discernimento tipico. Cade una concezione noetica della rivelazione, da quando Dio si è fatto carne. Più noi siamo docili, più la esprimiamo. In questo senso, Francesco è un grande teologo. Perciò il testamento di Francesco posto all’inizio del testo è l’icona del libro. La serata è trascorsa così in un clima culturalmente elevato, gustando il calore di una viva spiritualità e tra manifestazioni di apprezzamento, gratitudine e affetto verso il vescovo Sorrentino. Una bella esperienza cristiana.
Pensiero impastato di carne e preghiera
Presentazione del libro di mons. Sorrentino su 'L'esperienza di Dio. Disegno di teologia spirituale'
AUTORE:
mons. Orlando Gori