Quaresima è un termine oggi non certamente simpatico, e che solitamente richiama sofferenza e tristezza, penitenze e privazioni. È necessario riportarlo al suo significato autentico: un cammino di quaranta giorni, correggendo la rotta consueta perché si viene scoprendo che la direzione deve essere, totalmente o in parte, modificata. Si sperimenta allora, se pur con fatica, il sollievo dal dubbio, il senso di festa per avere trovato o ritrovato il giusto percorso, e veramente si può già fare festa in attesa di raggiungere presto il traguardo sperato. Proprio ‘salvati nella speranza’, come ci insegna il Papa nella sua ultima lettera enciclica, riprendendo l’annuncio dell’apostolo Paolo. Quaresima – pellegrinaggio che scopre e intravede, forse là in fondo alla strada (o meglio, vicino proprio alle porte) la vera meta da raggiungere che è Gesù Crocifisso e Risorto. Tale cammino è un vero pellegrinaggio, un andare, non certo un vagare, ma un percorrere un itinerario che porta a una meta sicura, che si intravede, ma è da scoprire in pienezza. È ricerca (quasi parola magica per la nostra epoca relativista) e non ancora certezza acquisita, ma che pure si scorge e si presagisce ed è a portata di mano. I pellegrini di Emmaus, come racconta l’evangelista Giovanni, a un certo momento incontrano Gesù, ma non lo riconoscono subito. Anzi meglio, non sono loro che lo incontrano, ma è il Signore che li raggiunge sulle strade che, in ricerca appunto, avevano intrapreso. Infatti la meta è Gesù Risorto, che la liturgia ci mostra al termine del pellegrinaggio, a Pasqua, nello splendore della festa. La Quaresima – pellegrinaggio fa vivere la spiritualità della strada, che indica distacco dalla casa e dalla patria e restituisce libertà allo spirito che non può e non deve essere imprigionato, ma che dona dinamismo e concretezza ad una realtà che tende sempre ad essere grigia e statica. Nonostante le apparenze in contrario, il cammino è la condizione reale dell’uomo che la civiltà e cultura di oggi vanno ridisegnando. Tale fu la storia del popolo ebraico, tutta pellegrinaggio: l’Esodo è il simbolo della ricerca e dell’andare e del giungere alla terra promessa. Figura di liberazione dove Dio è il liberatore di un popolo ricalcitrante, perché ogni pellegrinaggio comporta un distacco dalla sicurezza confortevole di una vita sedentaria per una ricerca e conquista di una identità, in una sfida radicale alla banalizzazione e alle frivolezza della vita. Tutto ciò non rimane però un fatto intimistico. Pellegrinaggio è icona di una comunità che cammina compatta e si fa solidale nella concretezza delle opere, invitando chi incontra ad unirsi in fraterna compagnia e in reciproco aiuto. Vivendo la Quaresima come pellegrinaggio – festa, assume particolare significato che questo cammino si compia in compagnia di Maria. Si va con Maria per andare insieme verso il Signore. Maria ci attrae per condurci a Gesù, ripetendo la via che fu dell’Incarnazione. Come il Figlio di Dio è venuto tra gli uomini con la partecipazione di Maria, così noi ci accostiamo a Gesù Crocifisso e Risorto con la medesima modalità: Maria ha percorso questa strada prima di noi e bene la conosce, sì che diviene esempio, guida, sostegno. Quaresima – pellegrinaggio festoso – itinerario con Maria: con Lei e come Lei potremo fare maturare in noi e negli altri frutti di bene.
Pellegrinaggio festoso
AUTORE:
Franco Gualdrini