di Pier Giorgio Lignani
Ho a cuore le sorti della democrazia in Italia, non quelle del Partito democratico. Seguo le vicende di quest’ultimo con uno sguardo distaccato – direi lo sguardo del politologo, se non avessi ritegno ad attribuirmi competenze scientifiche che non ho. Fatta questa premessa, dico che, se quel partito pensa di cambiare nome, è un’idea bizzarra.
I grandi partiti inglesi, come quelli americani, hanno lo stesso nome da più di cento anni (qualcuno da duecento) durante i quali è accaduto di tutto. Quello che conta sono i progetti politici che vanno adeguati, di tempo in tempo, alle sfide che pongono la storia e la società. Qui viene il difficile per il Partito democratico, e non solo per lui, ma per tutti i partiti della sinistra democratica in Europa occidentale. Sono tutti in crisi di idee, o detto più brutalmente: non sanno più qual è il loro compito.
Perché non lo sanno? Perché (questa è la mia idea) il loro compito storico lo hanno svolto, e comunque – sia stato merito loro o di altri – quelli che erano i loro obiettivi sono stati raggiunti. Parlo di quel modello di Stato, realizzato appunto nell’Europa occidentale, che chiamiamo “Stato sociale”. I suoi pilastri sono due: la disciplina giuridica del contratto di lavoro (statuto dei lavoratori) e un sistema di welfare (pensioni, servizi sanitari, ecc.) finanziato con le tasse, tanto da risolversi in una massiccia ridistribuzione di risorse fra le classi sociali.
Adesso la costruzione dello Stato sociale è praticamente completa; semmai il problema è mettere a punto i dettagli e farlo funzionare bene. Ma è insorta una difficoltà imprevista: costa moltissimo, sempre di più, e proprio perché funziona bene. Un esempio: il successo del sistema sanitario allunga la vita delle persone, e quindi aumenta la spesa complessiva per le pensioni.
La Francia si sta rivoltando a Macron per un progetto di riforma delle pensioni, tipo la nostra Fornero, ma guai a parlare di un aumento di tasse. E allora? La sinistra tradizionale non ha nel suo Dna la risposta a questi problemi, e per vero nessuno ce l’ha. E allora? Certo cambiare il nome a un partito non serve a nulla.