Parte da Terni la lotta alla sclerosi multipla

Nel laboratorio del prof. Angelo Vescovi vengono prodotte cellule staminali

Si aprono nuove prospettive per la terapia di malattie come la sclerosi multipla e la Sla (sclerosi laterale amiotrofica) attraverso le cellule staminali. Una speranza che viene dai positivi risultati raggiunti nei laboratori della ‘Banca delle cellule staminali’ di Terni, in funzione dal luglio 2006 presso l’azienda ospedaliera Santa Maria, che aprono la strada all’avvio della sperimentazione umana sulle staminali cerebrali adulte coltivate da cellule di feti abortiti spontaneamente. ‘Siamo in attesa della certificazione ‘ spiega il prof. Angelo Vescovi, direttore del laboratorio ternano e presidente del comitato scientifico dell’associazione Neurothon – dopodiché si definirà il protocollo clinico di ricerca’. La Banca delle cellule staminali è una struttura disegnata per conformarsi alle regole europee e mondiali di manipolazione per la produzione di cellule staminali cerebrali umane, in grado di generare cellule certificate per uso clinico in regime di good manifacturing practice cioè eticamente corretto. ‘Nel laboratorio vengono coltivate ed espanse cellule staminali isolate dal sistema nervoso centrale di feti umani abortiti spontaneamente ‘ spiega Vescovi – da cui si possono generare decine di milioni di cellule, utili per il trapianto a fini terapeutici, e sufficienti a trattare numerosi pazienti’. Una struttura unica, e diversa da quella inaugurata solo pochi giorni fa al Niguarda di Milano, finanziata con 2,5 milioni di euro dalla Regione Lombardia, facente parte del più ampio progetto ‘Officina del cervello’ e diretta anch’essa dal prof. Vescovi. Il quale, alle polemiche su un possibile rallentamento dell’attività a Terni, risponde deciso, precisando: ‘I due laboratori non sono sovrapponibili ma complementari, in quanto le cellule prodotte a Terni verranno utilizzate anche a Milano per la cura di un’altra branca della malattia, quella delle patologie post traumatiche, post ischemiche e altre in cui il processo di rigenerazione cellulare è più ampio e ha bisogno di un’altra serie di tecniche, che si svilupperanno appunto nel laboratorio d’ingegneria tissutale al Niguarda’. La ricerca e la sperimentazione basata su cellule adulte ha permesso di superare questioni etiche a lungo dibattute. ‘È stata fatta un’enorme fatica per trovare fondi per la ricerca sulle staminali adulte ‘ ricorda il vescovo Vincenzo Paglia, promotore della costituzione della Fondazione cellule staminali di Terni, sotto l’egida dell’Istituto superiore di sanità -. Il progetto supera le diffidenze nate intorno al dibattito sulle cellule staminali embrionali, ma sarebbe eticamente sbagliato non finanziare una ricerca che non pone dilemmi etici’.

AUTORE: Elisabetta Lomoro