Il comandamento nuovo, cioè il comandamento dell’amore, è il tema del Vangelo della V domenica di Pasqua. La scena è quella del banchetto degli apostoli, e Gesù che offre del cibo a Giuda, il quale, subito dopo, lascia la sala. Giovanni nel suo testo commenta: “… ed era notte”.
Si può partire da qui per sottolineare, da un lato, l’amore del Signore che non conosce limiti, e che lo porta a compiere un gesto di amicizia verso colui il quale lo tradirà; dall’altro, proprio lo stare accanto, insieme a Gesù permette ai suoi discepoli di restare nell’amore di Dio, perché fuori dalla sua mensa c’è il buio della notte: il lamento, il lutto, le tribolazioni. Giovanni, nel suo Vangelo, parla di un cielo nuovo, una terra nuova, e una città, la città santa di Gerusalemme, che scende da Dio: “Tutto è nuovo, trasformato in bene, in bellezza, in verità”, commenta Papa Francesco.
Domenica, in piazza san Pietro ci sono 44 uomini e donne, giovani che ricevono dalle mani del Papa la cresima. Cerimonia che s’iscrive all’interno dell’Anno della fede voluto da Benedetto XVI per accompagnare la memoria dell’apertura del Concilio Vaticano II, 11 ottobre 1962. Proprio questa assise ecumenica, con i suoi 2.500 vescovi e Padri conciliari ha rappresentato, se così possiamo dire, l’immagine di questo tempo nuovo, portando nella Chiesa un vento di novità e di speranza. È proprio parlando a coloro ai quali di lì a poco avrebbe dato il sacramento della confermazione, che Francesco ricorda come l’azione dello Spirito santo porti “la novità di Dio. Viene a noi e fa nuove tutte le cose, ci cambia”.
Commenta il Papa: “Vedete, la novità di Dio non assomiglia alle novità mondane, che sono tutte provvisorie, passano e se ne ricerca sempre di più. La novità che Dio dona alla nostra vita è definitiva, e non solo nel futuro, quando saremo con Lui, ma anche oggi”.
Proprio attraverso questo Spirito che fa nuove tutte le cose anche noi siamo trasformati e, attraverso di noi, il mondo in cui viviamo. “Che bello se ognuno di voi, alla sera, potesse dire: oggi a scuola, a casa, al lavoro, guidato da Dio, ho compiuto un gesto di amore verso un mio compagno, i miei genitori, un anziano! Che bello”.
La novità di Dio è il primo dei tre pensieri che Francesco, nello stile della riflessione propria della Compagnia di Gesù, propone ai fedeli. Poi è la prima lettura a offrire al Papa il secondo tema: per entrare nel regno di Dio si attraversano molte tribolazioni. “Il cammino della Chiesa, anche il nostro cammino cristiano personale, non sono sempre facili, incontrano difficoltà, tribolazione”. Ci sono “zone d’ombra”, comportamenti, peccati, ostacoli “fuori di noi, nel mondo e anche dentro di noi, nel cuore”. Questo è allontanarsi dall’amicizia con Dio; Giuda lascia la sala dal banchetto con gli apostoli, esce… ed era notte.
Le difficoltà, le tribolazioni “fanno parte della strada per giungere alla gloria di Dio, come per Gesù, che è stato glorificato sulla croce; le incontreremo sempre nella vita! Non scoraggiarsi! Abbiamo la forza dello Spirito santo per vincere queste tribolazioni”.
Ed ecco la terza riflessione che il Papa lascia ai fedeli, e in modo particolare a coloro che hanno ricevuto la cresima: rimanere saldi nella fede. Il segreto del nostro cammino, afferma, sta proprio nella speranza che ci viene dal Signore, è lui che ci da il coraggio di andare controcorrente: “Sentite bene, giovani: andare controcorrente, questo fa bene al cuore, ma ci vuole il coraggio per andare controcorrente, e Lui ci dà questo coraggio! Non ci sono difficoltà, tribolazioni, incomprensioni che ci devono far paura se rimaniamo uniti a Dio come i tralci sono uniti alla vite, se non perdiamo l’amicizia con Lui, se gli facciamo sempre più spazio nella nostra vita”.
Per tornare all’immagine del banchetto, quando Gesù offre del cibo a Giuda, sa già che egli lo tradirà, e lo dice chiaramente. Ma non per questo si rifiuta di continuare a porgere la sua mano; continua a dare la sua amicizia, pur nella sofferenza e nella tristezza; continua ad amare fino in fondo. Il comandamento è nuovo perché è nuova la grandezza con la quale ci ama. Il Signore non si stanca di perdonarci, ricordava Papa Francesco già nella sua prima celebrazione nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano; siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono.
Anche se ci sentiamo poveri, deboli, peccatori, “Dio dona forza alla nostra debolezza, ricchezza alla nostra povertà, conversione e perdono al nostro peccato. È tanto misericordioso il Signore: sempre, se andiamo da Lui, ci perdona”.
Il Papa chiede di avere fiducia nell’azione di Dio, di spalancare le porte alla novità del suo amore che ci trasforma e ci rende “forti nelle tribolazioni”. La vera gioia è rimanere uniti, saldi nell’amore di Dio: “Con Lui possiamo fare cose grandi; ci farà sentire la gioia di essere suoi discepoli, suoi testimoni. Scommettete sui grandi ideali, sulle cose grandi. Noi cristiani non siamo scelti dal Signore per cosine piccole: andate sempre al di là, verso le cose grandi. Giocate la vita per grandi ideali, giovani!”.