In una piazza San Pietro traboccante come non si vedeva da tempo si è concluso Lunedì dell’Angelo a Roma il pellegrinaggio dei giovani provenienti dalle diocesi di tutta Italia. #Seguimi era lo slogan scelto per l’incontro degli adolescenti italiani con papa Francesco.
Un evento che ha preso avvio dalle prime ore del pomeriggio con un momento di festa alla presenza del cantante Blanco, vincitore dell’ultimo Sanremo. A presentare l’evento Andrea Delogu insieme a Gabriele Vagnato, e poi Giovanni Scifoni, Michele La Ginestra e il cantante Matteo Romano. Ad emozionare i racconti l’esperienza della comunità di Nembro, segnata dalle conseguenze del Covid-19 durante il primo periodo della pandemia.
Dopo la festa, la veglia e l’incontro con il Papa. I circa ottantamila giovani tra i 12 e i 17 anni, insieme ai loro accompagnatori, hanno incontrato Francesco per un’ora di dialogo e preghiera, tra canti, esperienze e testimonianze di vita. Con loro c’erano anche una sessantina di vescovi e numerosi sacerdoti, religiosi, religiose, educatori e responsabili di associazioni, di movimenti e di comunità. Ad accogliere il Papa, arrivato in piazza con la papamobile, le parole del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, il quale ha salutato i giovani ricordando le difficoltà vissute durante la pandemia.
Alcune immagini dei partecipanti delle diocesi di Assisi, Perugia e Gubbio
Le parole del card. Gualtiero Bassetti
“Santo padre, oggi è un giorno davvero speciale per tutti noi e per Lei” – ha esordito il card. Bassetti – Finalmente siamo qui. Questa è la piazza più bella che si potesse sognare”, ma “la gioia di oggi non deve far dimenticare, a noi e a loro, la fatica e la sofferenza dei mesi trascorsi. Non sono dei grandi spensierati questi ragazzi i – ha proseguito il cardinale – Hanno sofferto, molto, durante gli ultimi due anni: più degli adulti sono spesso piombati in una solitudine che nessuna tecnologia ha potuto evitare”.
“Alcuni di loro hanno visto la morte – ha proseguito – quella dei nonni, delle persone care, degli amici. Sono stati costretti a volersi bene senza potersi manifestare l’affetto. Hanno portato avanti i loro percorsi formativi davanti ad uno schermo, scoprendo che il sapere non ha sapore, se è soltanto una ricerca solitaria. Sono affiorate le domande che ogni adolescente si pone sul perché si vive, perché si soffre e perché si muore. Il futuro è apparso loro oscuro e incerto. Ma questo ha permesso a noi adulti di sentirci più fraterni con loro, perché le loro domande sono anche le nostre”. “Ci hanno sorpresi” – ha sottolineato il Presidente della Cei. “Quando abbiamo ipotizzato questo incontro eravamo pieni di dubbi. Questa piazza piena di ragazzi e traboccante di entusiasmo è la loro risposta”.
“Se oggi siamo qui – ha proseguito ancora Bassetti – lo dobbiamo a loro! Immagino che le loro paure non si siano dissolte nel giro di pochi giorni: sono qui per il bisogno intenso di un incontro bello, importante, da ricordare nel futuro. Ora – ha aggiunto – hanno bisogno della parola di un Padre, la sua, che annunci loro che il Signore Gesù può farci vivere ancora l’esperienza gioiosa della Risurrezione”.
“Mi sento di ringraziare questi ragazzi – ha poi sottolineato quasi in conclusione – Un vecchio di ottant’anni come me, davanti ad uno spettacolo del genere non può che commuoversi. Così come ringrazio chi li ha accompagnati”.
Il momento centrale con la lettura del Vangelo e le testimonianze dei ragazzi
Al centro della veglia di preghiera e riflessione assieme al Papa c’è stata la lettura del brano evangelico tratto dal 21° capitolo di Giovanni, con l’incontro dei discepoli con Gesù sul lago di Tiberiade dopo la risurrezione. Un brano che termina proprio con il dialogo tra Cristo e Pietro e l’invito di Gesù “Seguimi”.
A seguire le testimonianze di vita di alcuni ragazzi alla luce del vangelo che è stato ascoltato: tra loro quella del dodicenne Mattia Piccoli, l’Alfiere della Repubblica che ogni giorno “solo per un atto d’amore”, e con il sostegno della famiglia e della fede, aiuta il “buio” del suo papà, malato di Alzheimer precoce, ad essere meno oscuro.
Le parole di papa Francesco
“Ragazzi, benvenuti, grazie di essere qui – ha esordito papa Francesco – Questa piazza attendeva da tempo di riempirsi della vostra presenza, dei vostri volti e del vostro entusiasmo. Due anni fa, il 27 marzo, venni qui da solo per presentare al Signore la supplica del mondo colpito dalla pandemia. Forse quella sera eravate anche voi nelle vostre case davanti al televisore a pregare insieme alle vostre famiglie. Sono passati due anni con la piazza vuota – ha proseguito a braccio – e alla piazza gli è successo come quando noi facciamo il digiuno: la piazza ha sofferto il digiuno, e ora è piena di voi! Oggi, grazie a Dio, siete qui, insieme, venuti da ogni parte d’Italia, nell’abbraccio di questa piazza e nella gioia della Pasqua che abbiamo appena celebrato. Gesù Risorto ha vinto le tenebre della morte. Purtroppo, sono ancora dense le nubi che oscurano il nostro tempo. Oltre la pandemia l’Europa sta vivendo una guerra tremenda, mentre continuano in molte regioni della terra ingiustizie e violenze che distruggono l’uomo e il pianeta. Spesso sono proprio i vostri coetanei a pagare il prezzo più alto”.
“Ci sono momenti in cui la vita ci mette a dura prova, ci fa toccare con mano le nostre fragilità e ci fa sentire nudi, inermi, soli”, ha proseguito ancora il Papa: “Quante volte in questo periodo vi siete sentiti soli, lontani dai vostri amici? Quante volte avete avuto paura? Non bisogna vergognarsi di dire: ho paura del buio! Tutti noi abbiamo paura del buio! Le paure vanno dette, bisogna esprimerle per cacciarle via! Vanno messe alla luce, e quando vengono messe alla luce, scoppia la verità!”. “Il buio ci mette in crisi, è vero, ma durante le crisi si deve parlare, con amici, papà, mamma, nonni: le crisi vanno illuminate, per vincerle!”.
“Cari ragazzi voi non avete l’esperienza dei grandi, ma avete il ‘fiuto’ della realtà, il fiuto per dire questo è vero, questo non è vero, il fiuto della Verità. il fiuto per trovare il Signore: non perdetelo! Vi auguro di avere il fiuto di Giovanni, ma anche il coraggio di Pietro.– ha detto ancora a braccio rivolgendosi agli adolescenti. “Il fiuto vi porti alla generosità. Non abbiate paura della vita, la vita è bella, per darla agli altri, per condividerla con gli altri!”.