Con decreto reso noto alle ore 12 di giovedì 20 dicembre, Benedetto XVI ha dichiarato chiusa la prima fase del processo di beatificazione di papa Montini, Paolo VI, che pertanto può essere considerato “venerabile”. La consulta della Congregazione delle cause dei santi all’unanimità ha considerato sufficiente la documentazione che in questi anni è stata raccolta in vista di verificare l’“eroicità delle virtù” di Giovanni Battista Montini, divenuto papa nel 1963 e morto nel 1978. Montini ha svolto la sua missione presbiterale episcopale e pontificia a livelli di estrema qualità culturale e spirituale. Non è stato amato da alcuni gruppi di tradizionalisti e per la sua coerenza è finito per non farsi amare da cattolici progressisti per la famosa proibizione della pillola contraccetiva e per la chiusura d’autorità di alcune questioni scottanti quali il sacerdozio ministeriale concesso alle donne.
Il suo maggiore merito, che la storia dovrà riconoscergli, è di aver saputo condurre a conclusione il Concilio Vaticano II. È rimasta famosa l’immagine di J. Guitton che riconosceva in Giovanni XXIII l’ispirazione e il coraggio di far decollare il Concilio, rimarcando la grande maestria di Paolo VI nel ricondurlo a termine, come un aereo sulla pista sicura della Chiesa cattolica. Mi piace ricordarlo da Perugia come giovane assistente nazionale della Fuci, succeduto nell’incarico a don Luigi Piastrelli.
Giovanni Battista Montini, nato a Concesio il 26 settembre 1897 e morto a Castelgandolfo il 6 agosto 1978, sarà dunque proclamato presto beato. Ricevendo in udienza il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, Benedetto XVI ha inoltre autorizzato la promulgazione dei decreti relativi ad altri 50 santi, molti dei quali fonatori e fondatrici di Congregazioni religiose, di cui sono stati riconosciuti i miracoli. Numerosi anche i martiri, soprattutto spagnoli e italiani, uccisi “in odio alla fede”. Francia, Venezuela, Ecuador, Polonia, Ucraina, Croazia gli altri Paesi di provenienza.