“In un momento di riflessione importante come la redazione dello Statuto della Regione che definisce un quadro generale della vita della regione, la comunità ecclesiale non può restare estranea”. Mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia e delegato Ceu per i Problemi sociali e il lavoro, la Giustizia e la Pace, risponde così alla prevedibile critica di “invasione di campo” da parte di laicisti che non vedono di buon occhio l’interessamento della Chiesa per la politica. Il “Contributo per lo Statuto della Regione dell’Umbria” elaborato dalla Consulta regionale per i Problemi sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace, presieduta da Paglia, è piuttosto “un gesto d’amore” della comunità ecclesiale verso la comunità civile perché “sarebbe non solo irresponsabile ma imperdonabile il disinteresse e la freddezza, il passare accanto senza far sentire la voce dei credenti con umiltà ma anche con corresponsabilità” Mons. Paglia, però, precisa che “questo testo non è il documento della Chiesa umbra ma di una commissione (la Consulta), che segue con attenzione le diverse realtà regionali, senza rappresentarla ma anche a nome della Ceu. E’ il risultato di un singolare e forse inedito dibattito interno alle diverse sensibilità della comunità ecclesiale”. Quali sono i punti più importanti del documento? “Senz’altro i principi che ho richiamato nella presentazione e che riteniamo dovrebbero ispirare lo Statuto, ovvero i diritti fondamentali della persona, il principio di sussidiarietà ed il principio di solidarietà. Ovviamente il testo che presentiamo dovrà affrontare la sfida della parzialità perché non ha la pretesa di essere dottrinale né esaustivo”. Chi dovrebbe leggerlo? “E’ un aiuto che viene offerto a chi, nelle istituzioni, ha il compito di redigere il nuovo Statuto della Regione, ma è anche uno strumento per suscitare la riflessione sull’impegno politico dei credenti sul governo delle istituzioni. Abbiamo infatti in programma un incontro delle realtà ecclesiali su questi temi”.