Padre Ibrahim Faltas operatore di pace in Terra Santa

Il francescano della basilica della Natività sabato a Terni per il premio San Valentino

Si continua a parlare di pace in questo mese del febbraio valentiniano. Il santo dell’amore oggi più che mai diviene testimone di pace, il suo messaggio di amore universale è invocazione alla pacificazione dei cuori, perché è proprio l’assenza di amore che porta ad alimentare una cultura del nemico che spinge gli uomini a disperdersi e a distruggersi, mentre, tra l’indifferenza dei più, continuano guerre e conflitti regionali e persistono drammatiche situazioni d’ingiustizie divenute focolai di nuovi conflitti. San Valentino, testimone dell’amore, lo diviene anche della pace. Oggi ci è ancor più chiaro che solo un amore robusto, forte che non conosce la cultura del nemico, che non vuol vincere a tutti i costi sugli altri, solo questo amore porta verso la pace. Oggi solo una città che vive l’amore può essere una città pacificata, e solo un cuore che ama può essere un cuore pacifico. Un messaggio forte che invita a riscoprire il senso robusto della testimonianza d’amore per tutti di san Valentino all’inizio di questo millennio. Un altro testimone di pace sarà a Terni il 21 febbraio, Padre Ibrahim Faltas, per ricevere, come già avvenuto per il presidente Rugova, il premio San Valentino un anno d’amore. Nei suoi interventi ricorda sempre che in Terra Santa è nato Gesù il “principe della pace”, in quella terra dove invece purtroppo una pace vera e duratura sembra ancora un’utopia. Il premio conferito a padre Ibrahim Faltas vuol essere ancora una volta un contributo alla pacificazione e un segno di vicinanza e solidarietà alla Terra Santa. L’aspetto della lotta in Israele torna in primo piano a Terni con una delle figure più significative e presenti nel mondo cattolico di Terra Santa, quella del frate francescano della basilica della Natività che nei giorni dell’assedio dello scorso anno fece opera di mediazione e pacificazione tra i palestinesi, rifugiati all’interno della basilica, e gli israeliani assediati nella piazza della Mangiatoia. Oggi l’esempio di pacifica convivenza tra cristiani e mussulmani è visibile nella scuola da lui diretta, la più grande scuola in tutta la Palestina, con più di 2000 bambini, frequentata da ragazzi dai 3 ai 18 anni di entrambe le religioni e di etnie diverse. Un esempio di convivenza che ogni giorno condivide ed insegna ai suoi ragazzi. Padre Ibrahim, cittadino onorario di Terni, ricorda spesso la vicenda dell’assedio alla basilica della natività per ricordare le difficoltà e sofferenze che ogni giorno vivono le popolazioni di Terra Santa che dall’inizio della seconda intifada, nel settembre del 2001, non vedono cessare le violenze. “Attualmente in Palestina la gente è in condizioni molto gravi. Le persone non possono andare a lavorare, la disoccupazione ha superato l’80%. A Betlemme con il coprifuoco la situazione economica è gravissima e tante le necessità per aiutare la gente, per far dimenticare la guerra. Con la violenza il terrorismo non fa che aumentare. La violenza chiama la violenza, la pace si costruisce solo con la pace” ricorda P.Ibrahim.

AUTORE: Elisabetta Lomoro