Francesco, simbolo di pace, abbattitore di muri. È questo il ritratto del Poverello emerso il 4 ottobre ad Assisi, durante le celebrazioni ufficiali in suo onore, alla presenza di autorità religiose e politiche. Così, mons. Vittorio Mondello, arcivescovo di Reggio Calabria, ha auspicato che lo stile del perdono francescano ‘tocchi nel profondo la vita dei calabresi, spesso solleciti – nonostante gli aspetti positivi – ad alzare muri gli uni contro gli altri. Muri che non sono solo dentro la vita politica, o economica e professionale, ma nella vita quotidiana, anche dentro le pareti domestiche, tra fedeli di una stessa parrocchia o tra gruppi di associazioni cristiane. Muri difficili da abbattere, se non si riscopre la lezione alta offerta dalla croce del Cristo, dalle stimmate e dallo stile di Francesco’. La celebrazione religiosa è cominciata nella basilica superiore alle 10. Verso mezzogiorno dalla loggia del Sacro Convento, il vicepremier Rutelli ha letto il tradizionale Messaggio all’Italia. Dallo scorso anno, infatti, la festa di san Francesco è stata proclamata dal Parlamento come ‘Giornata della pace, della fraternità e del dialogo’. Rutelli ha raccolto l’eredità di pace lasciata da Francesco lanciando un pubblico appello ad aumentare il livello del dialogo tra le forze politiche. ‘Serve più dialogo – ha detto -, maggiore civiltà nel confronto e più rispetto per le idee altrui, superando le asprezze della politica ed agendo per il bene comune’. E, essendo il Poverello il santo patrono d’Italia, il vicepremier ha inoltre augurato al nostro Paese di ‘riscoprirsi nazione, capace di incarnare valori come fraternità, pace, accoglienza, amore per la vita ed equità sociale”. Il tutto, nel solco di un ‘cammino comune di crescita civile dal quale nessuno si senta escluso’. Ma Francesco, nume augurale di ‘pace e bene’, e intercessore in Cielo per l’Italia, è anche un campione ante litteram del dialogo interreligioso. Neppure questo aspetto è stato trascurato nelle celebrazioni del 4 ottobre. Un gesto simbolico di amicizia e fraternità nei confronti del Papa è stato compiuto dall’imam di Perugia, Abdel Qader, che ha simbolicamente donato al legato pontificio, mons. Attilio Nicora, il corno custodito nella Cappella delle reliquie di san Francesco. L’oggetto ricorda l’ incontro avvenuto tra il Santo e il sultano d’Egitto Malik Al Kamil, nell’ agosto del 1219. ‘Con questo gesto – ha detto l’ imam – vogliamo dire al Papa tutta la nostra fiducia e la sincera amicizia nella sua opera di pace per i rapporti tra cristiani e musulmani’.
Pace e bene d’Italia
La festa di san Francesco è stata celebrata in modo solenne ad Assisi alla presenza di autorità civili e religiose. Del Poverello è stato ripreso il messaggio di pace e di dialogo
AUTORE:
D. R.