Molte autorità, non solo regionali, hanno reso omaggio venerdì 11 luglio alla figura di san Benedetto, il Patrono d’Europa che ha avuto i natali da Norcia. Molte le autorità intervenute anche alla vigilia, per l’accoglienza della Fiaccola benedettina, per la prima volta scortata dai tamburini e dai balestrieri della Compagnia di Norcia. Tra gli altri, erano presenti il prefetto della Provincia di Perugia Enrico Laudanna, in rappresentanza del Governo, e gli ambasciatori della Repubblica slovena Andrej Capuder e della Repubblica slovacca Stanislav Vallo. Nel giorno della solennità, invece, ospiti principali sono stati la presidente della Regione Umbria Maria, Rita Lorenzetti, e l’arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve nonché presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Giuseppe Chiaretti, che ha presieduto la celebrazione nella basilica, esaltando la figura del Padre dei monaci di Norcia come esempio.
“San Benedetto” ha detto il presule perugino nell’omelia “è un grande monaco ed evangelizzatore, un gigante della civilizzazione italiana ed europea che operò tra i barbari del suo tempo: immigrati regolari ed irregolari del nostro presente. L’epopea benedettina è una radice non ignorabile nel nostro tempo perché senza i valori del Santo di Norcia non si può andare molto lontano. È tempo di rivalutare l’avventura di questo grande monaco” ha poi esortato “e di rimettere al centro della nostra vita il motto ora et labora, una formula mirabile che ha impregnato la spiritualità dell’intera Chiesa e i laici, ma anche una formula rivoluzionaria che ha ribaltato la visione del lavoro: non più per soli schiavi ma per nobilitare l’anima di tutti. Ora et labora” ha proseguito “non sono due alternative ma due aspetti inscindibili che si completano e si armonizzano”.
L’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana, da padrone di casa, ha puntualizzato più volte l’attualità del Santo: “San Benedetto” ha affermato “è un colosso che ci ha aperto all’età moderna, un uomo dell’inclusione che ci esorta a non aver paura del mondo. Se la Chiesa guarda a questo grande Patriarca, non deve aver timore di misurarsi con la modernità. Il cammino spirituale intrapreso da san Benedetto appartiene a tutti noi: questo ci indirizza verso percorsi di pace, di riconciliazione e di rispetto, senza alterigia e presunzione ma con serena coscienza”.
Nel giorno della festa del Patrono d’Europa, non poteva mancare l’accoglienza colorata dei Rioni nursini. È così che, prima della celebrazione, come da tradizione si è assistito alla sfilata del corteo storico medievale che ha visto partecipare le rappresentanze delle 6 Guaite della città e rinnovare la solenne cerimonia dell’offerta del Pallio da parte dei rappresentanti dei Castelli. A margine dei festeggiamenti per san Benedetto, una riflessione su mons. Ercolano Marini, vescovo a Norcia un secolo fa, un convegno organizzato sulla figura di Ercolano Marini, vescovo di Norcia dal 1905 al 1915, è stato oggetto di riflessione e spunto per parlare della rivitalizzazione del culto di san Benedetto rendendolo meno elitario e più aderente al tempo. Alcune lettere pastorali scritte durante il suo episcopato enunciavano la forza sempre attuale dovuta proprio dagli esempi benedettini e in particolare il lavoro.
L’incontro, che si è tenuto alla vigilia della festa presso la sede municipale, è stato incentrato su una relazione curata da Mario Tosti, professore ordinario di Storia moderna all’Università di Perugia e presidente dell’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea (Isuc) e ha visto la partecipazione dell’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Riccardo Fontana e dell’abate priore del monastero benedettino di Norcia padre Cassian Folsom. “Inculcando il tema del lavoro” spiega il prof. Mario Tosti dell’Università di Perugia “san Benedetto ha promosso il Vangelo, definendolo come parte essenziale della vita, e questa fatica ha forza redentrice. Dal suo episcopato” continua “Marini offre utili informazioni per chi cerca il cammino verso Dio”. A rimarcare l’attualità dell’opera di Marini è l’arcivescovo Riccardo Fontana: “Grazie alla sua opera Norcia si scopre ancora essere la patria natale di san Benedetto, bisogna rendersene conto; e per questo la città deve assumere un ruolo. La presenza dei Benedettini inoltre, donata da Giovanni Paolo II” dice Fontana ” ha un senso se gli diamo uno spessore culturale; anche per questo Norcia deve decidere se divenire città o rimanere paese. Marini – conclude – ci ha mostrato come Benedetto sia sicuro del messaggio evangelico e ci inviti a convertire il mondo con pace; continuando a riflettere su temi proposti un secolo fa, ma sempre attuali, che ci consentono di riscoprire l’antropologia cristiana attraverso il grande Patriarca: rimettere Benedetto al centro è occasione propizia per il senso del futuro”.