Una città completamente blindata, con decine di poliziotti per le strade a causa della visita del vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney, ha accolto i bambini e i ragazzi dell’Acr diocesana per l’annuale festa della Pace. Il cattivo tempo e il freddo pungente non hanno spaventato i numerosi bambini e ragazzi, oltre 250, accompagnati da tanti giovani animatori e giunti da numerose parrocchie. La prima accoglienza è avvenuta nella chiesa- auditorium dei santi Apostoli, dove il complesso musicale dell’Ac i “Tipi loschi” ha accolto con vivaci ritmi giovanili gli “accierrini” ed ha così contribuito a riscaldare, nel vero senso della parola, i ragazzi infreddoliti. Dopo un simpatico lancio della festa per raggiungere la “vetta” della pace si sono formate delle squadre che hanno iniziato un cammino che li ha portati per le vie di Orvieto. Intanto aveva fatto la sua comparsa la neve, sotto lo sguardo vigile di tanti poliziotti super accessoriati e infreddoliti in attesa di Dick Cheney, in una città praticamente deserta, si vedevano solamente i nostri ragazzi che cercavano le parole chiave della pace. Finalmente negli ambienti riscaldati del seminario, i ragazzi hanno pranzato e continuato la loro ricerca – gioco. Alle ore 16 si sono trasferiti in Cattedrale, per la messa conclusiva, celebrata dal nostro vescovo Giovanni. Il Vescovo, durante la gioiosa liturgia eucaristica, ha invitato i ragazzi a partecipare alla “rivoluzione” che Gesù è venuto a portare nel mondo. Con un dialogo che ha reso i ragazzi molto attenti, li ha invitati a cercare anche a casa il “libro” della vita, il Vangelo, per viverlo intensamente così da realizzare le parole che a grandi lettere campeggiavano al lato sinistro dell’altare: perdono, libertà e giustizia. I ragazzi si sono stretti intorno a mons. Scanavino, ben due volte; allo scambio della pace spontaneamente sono corsi tutti a dare la pace al Vescovo, e al termine della messa quando di nuovo lo hanno circondato di fronte all’altare per salutarlo e ricevere la sua benedizione. Un bambino di Castel dell’Aquila (la parrocchia con il più alto numero di presenze, erano in 40) ha esclamato: “è stata una bellissima giornata, perché abbiamo capito che si può vivere la pace che Gesù ci ha donato”. Un altro ragazzo di Collepepe ha aggiunto: è proprio così, soprattutto dobbiamo iniziare con i fratelli, i compagni di scuola…”. Francesco un animatore: “noi cristiani siamo degli inguaribili ottimisti, anche se sembra che tutto vada al contrario di quello che oggi abbiamo detto e fatto, siamo convinti che con la grazia del Signore è possibile costruire la civiltà dell’amore”. A Francesco ha fatto eco Lucia, un’altra animatrice: “questi bambini davanti al ‘mondo’ non fanno notizia ma sicuramente davanti a Dio sì”. Le parole del piccolo Luca sono state molto profonde: “il Vescovo ci ha detto che se noi prima leggiamo e poi facciamo com’è scritto nel Vangelo, scoppia la pace”. Lo slogan della giornata diceva “… è tutta un’altra musica” “ed è stato proprio così – ha aggiunto un papà presente alla festa – una musica che ci ricorda quello che conta veramente nella vita e che spesso dimentichiamo affascinati da una vita spesso piena solo di falsità e apparenza”. Uscendo dal duomo qualcuno ha notato un cartello appeso ad una finestra di un palazzo limitrofo, con la scritta: no alla guerra! Unico segno di contestazione alla visita del Vicepresidente Usa che per fare shopping non ha avuto tempo neanche di visitare l’interno della Cattedrale. In riferimento al cartello è venuto spontaneo il commento che non basta scrivere, occorre incominciare la “rivoluzione” che mons. Scanavino vuol intraprendere, iniziando a “combatterla” con questo manipolo di giovannissimi.