Attenti al territorio, ma con uno sguardo sul mondo. I 185 settimanali diocesani aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), che ogni settimana hanno una tiratura complessiva di circa un milione di copie, lo hanno dimostrato a San Miniato (Pisa) dal 12 al 14 novembre, dove hanno celebrato il convegno nazionale sul tema “Crisi economica, sviluppo sostenibile e sistema solidale. Il ruolo dell’informazione”. Nell’occasione sono stati ricordati tre anniversari significativi: i 70 anni de “La Domenica” (Toscana Oggi), settimanale della diocesi toscana che ha ospitato i lavori, i 25 anni di Toscana Oggi e i 20 anni del Sir. Entrando nel tema del convegno, Stefano Zamagni, docente di Economia all’Università di Bologna, ha individuato nella “responsabilità morale del consumatore” e nella “connivenza” di un sistema informativo che si è limitato a dare voce al pensiero dominante, senza ospitare opinioni contrastanti, due tra i fattori che hanno permesso il formarsi della “bolla speculativa” da cui ha preso il via la crisi. I mezzi di comunicazione, ha denunciato l’economista, hanno fatto da “amplificatori” di questo meccanismo, non dando voce a quanti “già dal 2001 avvertivano del rischio, collocandosi in posizione dissonante rispetto al pensiero dominante. Una stampa autenticamente libera e desiderosa di contribuire al bene comune”, ha avvertito Zamagni, non dovrebbe essere “pro-ciclica”, ossia “portata all’esaltazione quando va bene e alla condanna quando va male”, ma al contrario dovrebbe sorvegliare e denunciare, seguendo una tendenza “anti-ciclica”, in grado di mettere in guardia prima che sia troppo tardi. Analisi condivisa da Gianfranco Fabi, vice direttore del quotidiano Il Sole 24 Ore, per il quale, “pur non generalizzando”, i mezzi di comunicazione sono stati “troppo timidi nel segnalare i rischi di crisi”. Secondo il giornalista, “un’informazione più coraggiosa e tempestiva avrebbe potuto, se non evitare la crisi, almeno anticiparla e quindi diminuirne gli effetti negativi. Si tratta di una responsabilità che i giornalisti devono condividere con economisti, politici, uomini del mondo della finanza, che non hanno certo brillato per capacità di previsione”. L’economia, ha aggiunto il giornalista, “è un elemento fondamentale della vita politica e sociale”: l’informazione “non può prescindere” da essa “se vuole offrire una visione completa della realtà”, ma anche “l’economia non può prescindere dall’informazione”. Sulla “spettacolarizzazione della crisi” e la “scarsa attenzione prestata a chi nelle crisi vive quotidianamente” si è invece soffermato Pierandrea Vanni, caporedattore de La Nazione. “Aiutare la nostra gente ad aprire gli occhi sulle dinamiche economiche” raccontandole “in maniera facile e competente” è, per il presidente della Fisc, don Giorgio Zucchelli, il compito dei settimanali diocesani riaffermato nel corso del convegno. Questi, ha rimarcato, “non sono competenti sui grandi temi finanziari ed economici mondiali” ma “raccontano ciò che la gente vive ogni giorno”, seguendo le problematiche, anche economiche, che si verificano a livello locale. Ma è pure necessaria, ha sottolineato, “un’opera di divulgazione sulle grandi questioni economiche”: compito della stampa, infatti, è “aprire gli occhi ai cittadini di fronte a coloro che intendono solo speculare con i loro risparmi a tutti i livelli”, con “coraggio e senso di responsabilità”.
Occhi aperti sull’economia
Mass media. Convegno dei Settimanali cattolici (Fisc) su economia e informazione
AUTORE:
Vincenzo CorradoFrancesco Rossi