Obiettivo: 500 mila utenti

L’aeroporto di Sant’Egidio ha triplicato i passeggeri. Mire ambiziose per i prossimi anni

Continuano, a gran ritmo, i lavori per l’ampliamento dell’aeroporto di Sant’Egidio. Tre gru biancorosse sovrastano il cantiere. Il presidente della Sase, Mario Fagotti, la società di gestione dell’aeroporto, osserva i progressi da una piccola piattaforma di cemento, qualche metro appena sopra le maestranze. “In pochi anni – afferma Fagotti – dal 2005 in avanti, la Sase è riuscita a far lievitare i passeggeri da 47 mila agli attuali 130 mila, numero che raggiungeremo alla fine del 2009. Adesso, però, servono nuove risorse per completare il programma di sviluppo dell’aeroporto, risultato possibile solo aumentando i voli”. Il programma triennale di sviluppo prevede, infatti, il reperimento di 2 milioni di euro all’anno per i prossimi tre anni. Obiettivo non facile da centrare in tempi di crisi, ma necessario. “Nel 2011 – continua Fagotti – dobbiamo assolutamente mettere nuovi aerei in pista, nuove compagnie”. Il 19 novembre lo stesso Fagotti si recherà a Dublino – insieme al trustee Antonio Campanile, ossia uno degli amministratori del trust che lavora per la crescita dell’aeroporto – al fine di vagliare la possibilità per la compagnia low-cost Ryanair di operare nuovi voli da e per Sant’Egidio. Sarebbe sufficiente un nuovo volo Ryanair per movimentare altri 60 mila passeggeri all’anno (uno già opera regolarmente su Londra-Stansted e un altro “turistico” durante l’estate su Barcellona). L’aeroporto in crescitaL’ultimo successo di Mario Fagotti, e del trust composto da Regione dell’Umbria, Comune di Perugia, Camera di commercio di Perugia e Fondazione della Cassa di Risparmio di Perugia, è stato il volo Airdolomiti per Milano-Malpensa. Le strutture che stanno sorgendo a Sant’Egidio prevedono – fra l’altro – una aerostazione all’avanguardia, un hangar per la rimessa delle attrezzature aeroportuali, un nuovo impianto carburanti, altri piazzali per lo stazionamento degli aerei e un nuovo edificio per i vigili del fuoco. Alla luce di tutto questo lavoro, e di tutte queste opere, il messaggio del presidente Fagotti è chiaro: l’Umbria deve continuare a puntare sul suo aeroporto. “Che – aggiunge – costa molto meno di una nuova ferrovia o di un’altra strada a scorrimento veloce, opere comunque necessarie per lo sviluppo di un territorio”. Adesso servono 7 milioni e mezzo di euro per Sant’EgidioSullo sfondo resta sempre il sogno di Mario Fagotti e della Sase: fare di Sant’Egidio uno scalo da 500 mila passeggeri all’anno. “Ma questo – spiega lo stesso Fagotti – è un obiettivo da raggiungere per gradi”. Pertanto, la domanda a cui l’Umbria deve rispondere è la seguente: chi dovrebbe mettere i 7 milioni e mezzo che richiede Fagotti in tre anni, ossia quelle nuove risorse economiche indispensabili per stringere nuovi accordi con le compagnie aeree e, in definitiva, promuovere l’Umbria? Il presidente di Sase ha idee chiare: “Le istituzioni pubbliche e private, le Camere di commercio, le associazioni di categoria, con prevalenza di quelle che si occupano di turismo. Tutti coloro, insomma, che in passato hanno creduto nelle potenzialità dell’aeroporto dell’Umbria e ai quali, in questi ultimi anni, abbiamo mostrato importanti risultati per crederci ancora”.

AUTORE: Paolo Giovannelli