Nuovo impulso alla pastorale della famiglia

Intervista a mons. Peri, responsabile del Comitato organizatore del Convegno. Gli scopi dell'evento, e l'intenso lavoro svolto proprio dalle famiglie nella fase preparatoria. Nulla andrà perduto

Cosa ci si aspetta dal convengo regionale sulla famiglia? Sarà pastorale, ma sono invitati anche i politici umbri, perchè? Ne parliamo con mons. Vittorio Peri, responsabile del Comitato organizzatore. Le famiglie sono state protagoniste. Hanno portato il contributo che attendevate? ‘Il primo contributo è stato quello della loro partecipazione, che è avvenuta a tre livelli. Il primo è stato il ristretto gruppo di lavoro ‘ una coppia per diocesi ‘ che si è impegnato nella preparazione del Convegno assieme ai tre responsabili dell’ufficio regionale per la Pastorale della famiglia (p. Luciano Temperilli e i coniugi Elio e Letizia Giannetti di Spoleto) e al sottoscritto: una ventina di persone che hanno partecipato a decine e decine di incontri, svolti per lo più in Assisi nelle ore serali, con una regolarità eccezionale. Un gruppo di lavoro così unito e concorde davvero esemplare merita la più ampia gratitudine dell’intera Chiesa umbra. Il secondo livello di partecipazione è quello dei tre seminari che si sono svolti a Città di Castello, a Collevalenza di Todi e a Cannaiola di Trevi. Sono state più di cinquanta le coppie coniugali intervenute a ciascuno dei tre incontri: un’assiduità motivata non solo dall’attualità delle riflessioni loro proposte, ma anche ‘ e direi soprattutto ‘ dal bisogno di dare una solida base teologica al matrimonio e un orizzonte spirituale alla loro famiglia. Anche le successive giornate diocesane ‘ è il terzo livello ‘ hanno visto una buona partecipazione. Qualche diocesi, tuttavia, avrebbe potuto fare di più’. In questa fase preparatoria avete anche fatto il punto sulla situazione della pastorale familiare nelle otto diocesi umbre. Quali punti di forza e quali debolezze avete riscontrato? ‘A partire soprattutto dalla Familiaris consortio scritta nel 1981 da Giovanni Paolo II, la cura pastorale delle famiglie e la preparazione dei fidanzati al matrimonio hanno fatto molta strada. Il Direttorio di pastorale familiare, emanato dai Vescovi italiani nel 1993, ha dato un ulteriore impulso alla pastorale della famiglia in ogni diocesi. Ogni diocesi programma ormai regolari corsi per fidanzati e incontri di spiritualità coniugale e familiare, e operano nel territorio regionale alcuni Consultori per la famiglia collegati con le Chiese locali. Bisognerà, credo, attivare un più organico coordinamento tra le diocesi del nostro piccolo territorio regionale, al fine di armonizzare i programmi, gli argomenti da proporre nei corsi e, probabilmente, per dare più rilievo ai fondamenti biblici e teologici del matrimonio e della vita familiare’. Ci saranno proposte da presentare ai vescovi? ‘La domanda è più che pertinente. Questo è infatti uno dei principali scopi del Convegno regionale: ascoltare le esigenze soprattutto spirituali delle famiglie umbre; elaborare adeguati strumenti e metodologie per intercettarle; offrire infine ai Vescovi proposte per un’organica azione pastorale comune a tutte le diocesi della regione ecclesiastica. Sono infatti da evitare sia i programmi fatti ‘a tavolino’ sia quelli che ogni diocesi attua per conto proprio, con criteri, tempi e metodi magari del tutto divergenti da quelli delle diocesi vicine. La creatività è un valore, ma più creatività messe insieme danno un plusvalore a ciò che si fa’. In concreto, come e quando avverrà questo ascolto? ‘Nei gruppi di studio, che saranno undici. Ciascun gruppo rifletterà su uno specifico tema, sotto la guida di una coppia moderatrice. Un compito non facile, a cui tutte so che si sono preparate anche partecipando a due lezioni ad hoc tenute del prof. Mario Vermigli. Gli undici laboratori potranno disporre di oltre tre ore, nel pomeriggio di sabato 18. Un tempo dunque sufficiente per riflettere, discutere, e presentare proposte condivise. Ma, anche se non condivise dall’intero gruppo, le più interessanti idee saranno registrate. Perché anche un solitario scalatore può aprire nuovi percorsi alpini’. Da questa intervista emerge la fisionomia di un Convegno prevalentemente pastorale. ‘È proprio così, per scelta dei Vescovi. Chiedendomi di presiedere la Commissione preparatoria, dissero di attendersi dal Convegno alcuni orientamenti pastorali da adottare in regione per ridare forza testimoniante alla famiglia cristiana, ‘Chiesa domestica’ e cellula primaria della società. La finalità pastorale è dunque primaria, ma non esclusiva. La domenica mattina sono infatti previste riflessioni a più voci sulla situazione sociale in genere e, più specificamente, sulle politiche familiari in Umbria. Per questo motivo è stato rivolto ai parlamentari e agli amministratori dei principali Comuni umbri l’invito a partecipare al Convegno. Questo, pur essendo stato pensato in modo speciale per gli operatori pastorali, è aperto anche a chiunque creda che la famiglia costituisca davvero un insostituibile motivo di speranza per il futuro, non solo della Chiesa ma anche della società’. Le tappe verso il convegno regionaleIl onvegno regionale dedicato alla famiglia arriva dopo una lunga preparazione. Le oltre 300 persone e 150 ragazzi e bambini, iscritti alla due giorni di sabato e domenica prossima ad Assisi (il programma completo a pagina IV dell’inserto) sono il frutto della sensibilizzazione realizzata in questo ultimo anno. Tutto ha inizio nel maggio 2005 con la nomina dei membri e del responsabile del Comitato organizzatore, mons. Vittorio Peri. Le prime riunioni si sono tenute con padre Michele Giura, al tempo direttore dell’ufficio regionale di Pastorale familiare. Poi, nel 2006, con chiamata di padre Luciano Temperilli a succedere a padre Giura viene rinnovata anche la commissione e la preparazione del convegno è proseguita sino alla definizione del programma che prevedeva un percorso di un anno con tre seminari preparatori a livello regionale, incontri diocesani e, infine, il convegno. Tutto questo con l’ampio coinvolgimento delle famiglie designate dalle diocesi. I Seminari sono iniziati domenica 21 ottobre 2007 a Villa Sacro Cuore di Città di Castello, dove è stata ‘collaudata’ l’organizzazione che prevedeva la cura dei bambini e dei ragazzi, non tanto come ‘parcheggio’ per lasciare liberi i genitori, ma proprio come attività che potesse aiutarli a partecipare, secondo la loro età e fantasia, alla riflessione dei grandi. L’altro aspetto su cui i seminari hanno puntato era lo spazio dedicato al dibattito e allo scambio di esperienze per consentire una partecipazione attiva dei ‘delegati’. Con questo stile si sono svolti anche il secondo seminario, a Collevalenza il 27 gennaio 2008, e il terzo, a Spoleto il 20 aprile 2008. Successivamente ogni diocesi ha messo in campo iniziative varie (puntualmente riportate sulle pagine de La Voce) per una ampia e capillare sensibilizzazione per fare del convegno un fatto non di pochi ma di tutti e per tutti. Con la commissione, coordinata da padre Luciano Temperilli, direttore Ufficio regionale per la pastorale della famiglia, e dai coniugi Giannetti, del medesimo ufficio, ha collaborato anche il Forum delle associazioni familiari dell’Umbria. Tutto il cammino di preparazione è stato seguito da mons. Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio Cei della pastorale della famiglia, partecipando ai tre seminari come anche al prossimo convegno. Sul sito web www.chiesainumbria.it c’è uno spazio dedicato al convegno regionale sul quale sono disponibili documenti dei seminari e materiale del convegno.

AUTORE: Maria Rita Valli