Nuovo allestimento per la Galleria Nazionale dell’Umbria

Duecento opere nuove tra cui ori, avori e tessuti della tradizione tessile umbra

Sarà sotto una veste tutta nuova quella con cui si presenterà domani, sabato 22 giugno agli occhi dei visitatori la Galleria nazionale dell’Umbria. Per tutti ingresso libero per ammirare non solo il nuovo allestimento (500 metri quadrati in più), ma soprattutto le duecento opere in più fino ad oggi custodite nei magazzini o recentemente acquisite. Entro il 2003 verranno aperti altri 1000 metri quadrati (la Galleria disporrà così di 4700 mq. di spazi museali) situati al secondo piano di Palazzo dei Priori, messi a disposizione del Comune, destinate ad esporre opere del XVII – XVIII – XIX secolo. Il nuovo percorso espositivo racconta nel suo complesso 300 anni di arte attraverso 400 opere collocabili tra i primi anni del Duecento e la seconda metà del Quattrocento disposte in ordine cronologico. Una collezione per numero e qualità tra le più ricche d’Italia. Interrompono ‘il viaggio nel tempo’ le sale dedicate ai grandi maestri del primo Rinascimento Piero della Francesca, di cui si può ammirare fra l’altro il Polittico delle Clarisse di Sant’Antonio, Benozzo Gozzoli (di cui è in corso la grande mostra a Montefalco) e il Beato Angelico. Sale tematiche sono dedicate ai maestri umbri come il Pinturicchio, Gentile da Fabriano, il Perugino, di cui è prevista una grande esposizione per la seconda metà del 2003. Fra le nuove opere, molte sono quelle di Pietro Cristoforo Vannucci detto il Perugino (fra cui il ‘Gonfalone della Pietà’) ma anche di Taddeo di Bartolo, Pietro da Cortona oltre alle storiche collezioni di ori e avori di artisti senesi del Trecento e di tessuti fra cui le famose ‘tovaglie perugine”. Agli ori è stata dedicata la cosidetta ‘Stanza del tesoro’ vera meraviglia nella quale sono esposti splendidi calici, patene, cofanetti e croci. Il progetto di ampliamento della Galleria è iniziato nei primi anni Novanta con l’apertura di nuove sale già nel ’94, il terremoto del 1997 ha interrotto questo programma e ha reso necessari lavori di consolidamento del bel palazzo di fine Duecento, lavori per i quali sono stati impiegati 5 dei 15 miliardi stanziati dal Ministero per l’allestimento della Galleria e il restauro delle opere. La nuova Galleria verrà inaugurata oggi, venerdì 21, alle ore 18.30 (giovedi 20 c’è stata la visita guidata alla Galleria per i giornalisti con l’on. Vittorio Sgarbi) alla presenza del ministro per i Beni culturali Giuliano Urbani, del sindaco di Perugia Renato Locchi, della presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti, Lorenzo Cecchi, direttore generale per i Beni ambientali e il paesaggio, Mario Serio, direttore generale per il Patrimonio storico, artistico e demoantropologico. Coordinerà l’incontro Mimmo Coletti. In serata, alle ore 21.00 in piazza IV Novembre ‘Per gioir nel riveder le stelle’, musica, racconto e immagini della Galleria. Vittoria Garibaldi: ‘La Galleria non deve essere coinvolta in tentativi di privatizzazione’ Vittoria Garibaldi è dal 1988 direttrice della Galleria nazionale dell’Umbria. Romana, ma umbra di adozione, a distanza di 14 anni è riuscita a ridare alla Galleria quella estensione che aveva al tempo del suo predecessore Santi: 33 sale (tre di queste verranno utilizzate per attività didattiche). Un lavoro che ha portato avanti con impegno e passione grazie anche, riconosce, al gruppo ristretto di tecnici con cui lavora da tempo. Qualche giorno prima della inaugurazione ufficiale ha ricevuto la conferma del nuovo ruolo che la vedrà da oggi in poi reggente della Soprintendenza per i Beni architettonici, il paesaggio, il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico dell’Umbria. La nomina non cambierà però il ruolo della Soprintendenza a cui rimarranno – precisa la Garibaldi – gli stessi compiti politici e programmaticiLuciano Marchetti, soprintendente uscente, è diventato soprintendente regionale, il cui ruolo sarà quello di coordinamento dei vari settori delle tre soprintendenze umbre, l’Archeologica, l’Archivistica e ai Beni architettonici. Dottoressa, come conciliare questi due ruoli complementari, ma certamente impegnativi?’Per il momento ho solo ricevuto l’incarico. Quando ci sarà il passaggio delle consegne vedremo. Per ora voglio godermi la festa della riapertura della galleria’. Che cosa si aspetta da questo nuovo allestimento?’Spero di aver dato soprattutto risposta alle diverse richieste dei visitatori: abbiamo migliorato l’illuminazione, ci saranno delle sedute nuove, abbiamo distribuito le opere in modo non troppo affollato e creato servizi aggiuntivi, soprattutto nel servizio didattico, attraverso la collaborazione con le scuole. Soprattutto abbiamo cercato di dare alla Galleria un aria accogliente, dove i visitatori abbiano la voglia di rimanere e non di fuggire come spesso succede quando si entra in un museo. Quindi particolare cura degli ambienti e personale disponibile e gentile’. Scelte che dovrebbero portare ad un incremento del numero dei visitatori?’Dal ’94 il numero dei visitatori è passato da 44.000 a i 120.00 del’97 prima del terremoto. Con l’ampliamento reso possibile dalla cessione dei nuovi locali da parte del Comune, (mille metri quadrati la cui inaugurazione dovrebbe avvenitre entro il 2003 n.d.r.) speriamo di poter raggiungere almeno 200.000 visitatori l’anno’. E il passo successivo?’Aumentare la promozione, che abbiamo sempre fatto, attraverso piccole mostre, come quella del Bonfigli, Beato Angelico, rapporti con i musei stranieri, oltre ad una quotidiana attività di informazione con le agenzie turistiche internazionali’. Un successo che la Galleria ha raggiunto prevalentemente con le proprie forze. Adesso si parla tanto di dare in gestione i beni dello Stato agli enti locali.’A me preme far capire dell’importanza sopra le parti della Galleria e soprattutto il ruolo di riferimento culturale per la regione intera. E’un’istituzione statale che ha dimostrato di poter camminare con le proprie gambe, pur con pochissimo personale, per cui non deve essere coinvolta in tentativi di privatizzazione. Lo Stato può benissimo gestire e valorizzare i propri beni da solo. Certamente bisogna fare una selezione tra quelle realtà che possono rendere anche in termini di immagine, come può essere la Galleria, e piccole realtà museali che non siamo in grado di gestire, anche perché le forze vanno concentrate. In Galleria per esempio il privato è entrato nella gestione di biglietteria, bookshop, editoria e del marchandising. Ha funzionato per la biglietteria e il bookshop, ma non ha assolutamente funzionato per quanto riguarda il resto. Forse se fossimo stati soli avrebbe funzionato di più, ma messi insieme al museo archeologico, che ha meno visitatori, non si riesce a coprire tutti i servizi’. Qual è la spesa di gestione annuale della Galleria? ‘Si aggira intorno ai 6 miliardi l’anno, con un incasso di 700 ‘ 750 milioni. Costi ridotti al minimo, considerando anche il numero esiguo di personale a disposizione. Noi viviamo soprattutto con fondi ministeriali. Ultimamente abbiamo ricevuto delle sponsorizzazioni che ci hanno aiutato moltissimo. Per esempio la Fondazione della Cassa di risparmio di Perugia con un finanziamento di 500 milioni delle vecchie lire ci ha permesso di realizzare la Stanza del tesoro, dove sono esposti gli ori e il restauro dei tessuti antichi’. Torniamo alla nuova carica di soprintendente. Quali saranno gli obiettivi che cercherà di portare avanti? ‘Principalmente quello di fare ciò che è stato fatto in piccolo in Galleria anche in Soprintendenza: quello cioè di curare l’immagine, l’aggiornamento culturale, dare maggiore risalto al lavoro che viene svolto, che viene assai poco riconosciuto. Tra l’altro come Soprintendenza mettiamo in moto un meccanismo economico di miliardi, non tanto per gli interventi di restauro che facciamo direttamente, ma anche concedendo l’autorizzazione di lavori di altri. Poi cercheremo di riorganizzare la struttura interna, soprattutto per quanto riguarda la normativa in materia di appalti’. E per quanto riguarda la ricostruzione?’Ancora devo entrare nei dettagli, ma credo sia importante unire due importanti concetti: la tutela e lo sviluppo. L’Umbria ha bisogno di andare avanti e devo dire che abbiamo a disposizione delle imprese validissime, in grado di effettuare dei restauri credo a livelli mai raggiunti da nessuna regione d’Italia. Purtroppo siamo legati all’applicazione della legge 109 sui lavori pubblici, che non ci permette di fare grandi distinzioni se si tratta di un intervento in un’autostrada o per il restauro di una pala di Giotto’.

AUTORE: Manuela Acito