Novità nelle procedure

Tribunale amministrativo. Nella relazione per la inaugurazione dell’Anno giudiziario il presidente Cesare Lamberti traccia un bilancio dell’attività

“Dobbiamo vigilare continuamente perchè non c’inganni un’opinione simile al vero e non ci seduca un discorso accorto; perché non ci confondano le tenebre di qualche errore e non si creda male ciò che è bene o bene ciò che è male; … perché non si faccia quel che non è lecito anche se ci piace”. Il Presidente del Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria (Tar), Cesare Lamberti, ha scelto un brano di sant’Agostino, tratto da La città di Dio, quale citazione in premessa alla sua relazione per l’inizio del “trentasettesimo anno giudiziario dalla fondazione del Tar e primo di applicazione del nuovo processo amministrativo, dal 16 settembre”. Occasione per fare un bilancio di numeri e di valutazioni, in un’aula delle udienze affollata di autorità, giudici e avvocati, e tra loro il Presidente Pier Giorgio Lignani, che una anno fa presiedeva il Tar dell’Umbria, oggi alla Terza Sezione del Consiglio di Stato, ma “questo non significa che ci abbia lasciato” ha detto Lamberti. Tra i numerosi saluti anche quello rivolto al Segretario generale Giuseppe Sbrenna, che “era nella pattuglia che aprì i lavori del nostro Tribunale nel lontano 1974” e che oggi, raggiunto il traguardo della pensione, lascia il Tar, ma prosegue il suo impegno nelle Istituzioni e nella società civile come consigliere comunale di Perugia. I numeri. Nell’anno 2010 sono stati depositati al Tar 584 ricorsi (23 più del 2009) e di questi ne sono stati decisi 104. Nel totale il Tar ha emesso 541 provvedimenti di cui 254 sentenze di merito e 158 sentenze di rigetto del ricorso, 2 ordinanze istruttorie presidenziali e 39 ordinanze collegiali. Al 31 dicembre 2010 l’arretrato generale era di 2.262 ricorsi ma “il dato non è particolarmente significativo perché è in corso la verifica della persistenza dell’interesse e – ha detto il Presidente – con la scadenza del prossimo 15 marzo conosceremo l’esatto numero delle istanze di fissazione di udienze presentate relativamente ai ricorsi ultraquinquennali; gli altri saranno dichiarati perenti”. Le novità sul procedimento amministrativo dovrebbero quindi consentire di smaltire in maniera decisiva l’“arretrato effettivo”. I ricorsiBuona parte delle controversie in ambito cautelare riguarda la permanenza degli stranieri sul territorio nazionale. “Dal loro numero si percepisce immediatamente la complessità sotto l’aspetto sociale e non solo giuridico delle problematiche sottese, specie nella nostra Regione”. Altra consistente parte di domande cautelari riguarda gli abusi edilizi ai quali è negata la sanatoria o il condono o su cui vi è l’ordine di demolizione, “emessi perlopiù di fronte all’evidenza dell’abuso o, più spesso, su sollecitazione dell’immancabile vicino”. Il presidente ha quindi richiamato le novità in materia di edilizia delle quali è difficile prevedere se “produrranno un incremento o un decremento delle liti”. La parte più rilevante delle domande cautelari è “quella che accompagna l’impugnazione dell’aggiudicazione di opere, servizi, e forniture da parte del concorrente escluso” questioni su cui con i recenti cambiamenti normativi “l’intermediazione del giudice è divenuta quasi una costante per larga parte delle aggiudicazioni”. Nelle controversie di merito “un filone di considerevole portata è quello della tutela del territorio” ma sono numerose anche le “questioni in materia di pubblico impiego privatizzato, sotto l’aspetto concorsuale”. Infine il Presidente ha segnalato il “cospicuo numero di ricorsi in materia di armi ed esplosivi, quasi tutti ingenerati da episodi della vita quotidiana, sfociati in comportamenti da cui la Pubblica Autorità ravvisa il venire meno dell’equilibrio e l’affidabilità sociale che ne giustifica la detenzione”.

AUTORE: Maria Rita Valli