E’ sotto gli occhi di tutti che esistono famiglie malate, divise, infelici e in crisi. La cultura imperante che assorbiamo non è favorevole alla famiglia, e nemmeno la politica. Molte famiglie non hanno una sufficiente sicurezza economica e altre sono sciupate o infiacchite dalla esagerata agiatezza. L’eccessiva tassazione a cui le famiglie sono sottoposte dal fisco crea una situazione di insicurezza e di stanchezza. Il lavoro tiene divise troppe coppie, per troppo tempo, rendendo i coniugi estranei, incapaci di dialogare, negati alla vicendevole comprensione. Eppure, la famiglia italiana, nonostante tutto, “tiene”. Chi pensava di soppiantarla facilmente ha dovuto ricredersi. Non si vede nulla all’orizzonte di più valido sia per l’uomo che per la donna, sia per la crescita dei figli che per l’assistenza di malati e anziani. Il clima familiare resiste. È il pensiero consolidato, oltre le mode che passano, di sociologi e pedagogisti. È un po’ come per gli incidenti stradali: sono molti e gravi, ma se si pensa ai milioni di macchine in circolazione, c’è da stupirsi che il traffico funzioni ancora. Quando pensiamo alle infinite tentazioni di coppie in difficoltà, non aiutate a superare gli ostacoli, risucchiate da modelli effimeri ed accattivanti, non sempre richiamati dai valori su cui hanno fondato la loro unione, lontane dalla Chiesa e non sempre affascinate dal contagio di famiglie cristianamente autentiche, fa meraviglia che l’istituto del matrimonio conservi la sua solidità e la sua freschezza. Certo, ci sono famiglie “in difficoltà”, ma ci sono ancora tante famiglie “normali”. La maggioranza dei genitori continua ad amarsi ed accettarsi, a confrontarsi nella buona e nella cattiva sorte. In fondo, non c’è al mondo luogo più accogliente, con pregi e difetti, che la famiglia. Chi non è vissuto in famiglia difficilmente impara ad essere socievole, servizievole, democratico. Chi non è stato amato in famiglia sarà sempre incapace di amare. Nessuna scuola può insegnare ad amare e a stare insieme, nel rispetto e nel dialogo, come la famiglia. Chiunque crede alla forza dell’amore deve credere alla famiglia. Chi desidera un figlio felice lo deve educare all’amore. Ma l’educazione all’amore non si fa impancandosi in cattedra e impartendo lezioni. Si fa con l’esempio. Non è possibile comprendere alcunché del matrimonio come lo intende la Chiesa (sacramento) se non si è fatta una grossa operazione mentale (conversione) che approdi alla convinzione che l’amore è l’unica forza a produrre vita e a risolvere i problemi del mondo. Per il cristiano questo dovrebbe essere ovvio. Dio è amore e il suo modo di operare è soltanto e sempre amore. Occorre una vera e continua conversione per credere che, nella famiglia, solo i risultati ottenuti con l’amore sono veri e duraturi. Tutto il resto è fittizio, caduco, improponibile.
Nonostante tutto, la famiglia regge
Parola di Vescovo
AUTORE:
† Renato Boccardo