Tutti coloro che ricorrono al Catechismo della Chiesa cattolica per giustificare la guerra, dovrebbero coerentemente leggere anche il paragrafo che segue poco dopo e che riguarda la condanna della spesa armiera: “La corsa agli armamenti non assicura la pace. Lungi dall’eliminare le cause di guerra, rischia di aggravarle. L’impiego di ricchezze enormi nella preparazione di armi sempre nuove impedisce di soccorrere le popolazioni indigenti; ostacola lo sviluppo dei popoli. L’armarsi ad oltranza moltiplica le cause di conflitti ed aumenta il rischio del loro propagarsi” (Ccc, n. 2315).
Il richiamo costante di Papa Francesco su questo punto si inserisce in una tradizione della Chiesa molto ben delineato e consolidato. Si auspica pertanto che tutti noi che ci diciamo cristiani non lasceremo che per legge si arrivi al 2% del Pil da destinare all’acquisto di nuovi armamenti, come è stato proposto dal Governo e approvato dal Parlamento. In concreto, si tratterebbe di 104 milioni di euro al giorno, rispetto ai 68 che già spendiamo oggi. Non è certo la via migliore per diffondere un clima di fiducia e cooperazione tra le nazioni come condizione essenziale della pace.
Tonio Dell’Olio