Nessun ‘Rio Fergia bis’. O sì?

La maggioranza in Regione ritrova la compattezza nella decisione sulle Comunità montane. Forse però l'Unione non è poi del tutto unita

Non c’è stato un altro ‘Rio Fergia’ dopo il Rio Fergia. La presidente Lorenzetti, con il linguaggio diretto che è una delle sue prerogative, nella poco o niente diplomatica prolusione alla verifica di maggioranza di lunedì scorso, ha usato una metafora che è risultata subito chiara a tutti i presenti all’incontro di palazzo Donini da lei voluto per ricompattare la coalizione di maggioranza dopo la ‘pessima figura’ (l’espressione è sempre della Presidente, ndr) dell’Unione umbra nella seduta di martedì 3 luglio in Consiglio regionale, quando sulla vicenda dei prelievi dal Fergia se n’erano viste, politicamente parlando, di cotte e di crude. Non c’è stato un altro ‘Rio Fergia’ (e ‘non è mancato un voto’, come auspicava la presidente Lorenzetti), nel passaggio consiliare di martedì 10, con l’atto che riforma le Comunità montane, riducendole da 9 a 5. Un atto importante, lo considera la Giunta regionale, anche perché – è il pensiero dell’esecutivo – incide in modo consistente su un versante caldo dal punto di vista del consenso e dell’opinione pubblica: quello dei costi della politica. A parte le pesanti riserve del centro destra sull’atto in sè (‘Una riforma monca e senza coraggio’ hanno detto, in sostanza, le opposizioni, che hanno votato contro), resta il valore politico, tutto da valutare, da dare al voto compatto della maggioranza. La valutazione riguarda, ovviamente, il futuro della coalizione. Si è messa, la Presidente con la sua Giunta, definitivamente al riparo con la verifica del 9 luglio, da altri ‘Rio Fergia’? Il documento stilato a conclusione della verifica riconosce ‘elementi di criticità sul versante economico e sociale’, verso i quali la maggioranza intende operare con una ‘maggiore capacità di ascolto’, concordando sulla necessità di rilanciare l’azione dell’Unione. Come? Perseguendo ‘obiettivi unitari’ nei contenuti, ed attuando il metodo del confronto. Obiettivi unitari e confronto che, sinora, hanno latitato? Varata la riforma delle Comunità montane, restano nodi importanti come quelli delle agenzie strumentali, del trasporto locale e dei servizi pubblici. Tutti passaggi da affrontare entro l’anno. Più avanti, arriverà tutta la partita dei nuovi Piani regionali: quello sanitario, quello sociale, quello dei rifiuti e quelli per lo sviluppo. L’Unione si rivedrà dopo le ferie, per mettere a punto una sorta di programma di fine legislatura. Una previsione, questa, che ha fatto dire a Pietro Laffranco, capogruppo Cdl in Regione, che ‘in realtà la verifica non è ancora finita’ e che ‘è come se il centrosinistra non avesse un vero e proprio programma da attuare’. Insomma, per le opposizioni, l’Unione umbra naviga a vista. Una situazione che, se corrispondesse al vero, difficilmente la Lorenzetti asseconderebbe, considerando la verve con cui ha preteso ed attuato la verifica. Solo i prossimi appuntamenti consiliari potranno confermare se, ed a quali condizioni politiche, il centrosinistra regionale abbia o meno recuperato quello spirito di coalizione che la vicenda Rio Fergia aveva messo pesantemente in discussione. Nel frattempo, il centrodestra sembra nella posizione di chi, valutando l’assioma secondo cui al massimo di movimentismo (leggi Partito democratico e quant’altro) corrisponde il minimo di governabilità, si appresta ad agire negli spazi che di volta in volta si aprono per le carenze altrui. Todi, da questo punto di vista, potrebbe avere un valore superiore agli stretti confini geografici.

AUTORE: Daris Giancarlini