Nell’occhio del ciclone

Ecologia. Una conferenza a Perugia apre un dibattito contro la visione unilaterale dei problemi. Che comunque restano complessi

Si chiamava Kyrill il ciclone che, abbattendosi la settimana scorsa sull’Europa, ha spazzato via l’illusione che simili disastri naturali fossero solo un dato folcloristico dei Tropici. Ma dire che ‘il clima è impazzito’ è un’affermazione di destra o di sinistra? Di per sé la questione riguarda tutti noi, sempre più indecisi su cosa metterci indosso quando usciamo di casa, e sempre più preoccupati per le minacce che ci sembra di intravedere dietro le bizzarrie delle stagioni. Ora, l’ambientalismo è generalmente considerato un atteggiamento di sinistra, in quanto principali responsabili dei pericolosi mutamenti climatici vengono ritenuti i grossi centri del potere economico; in una parola, le multinazionali. Meno conosciuta, esiste però una posizione opposta, quella che denuncia Le bugie degli ambientalisti, come recita il titolo del libro di Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari (ediz. Piemme), presentato a Perugia il 25 gennaio per iniziativa di Forza Italia. Cascioli e Gaspari, studiosi di area cattolica, hanno fondato nel 2003 a Milano il Cespas, Centro europeo per gli studi su popolazione ambiente sviluppo, che ha lo scopo di ‘promuovere una cultura dello sviluppo e dell’ambiente centrata sulla persona’. Nel 1996, Cascioli aveva già pubblicato Il complotto demografico per smentire gli allarmismi legati all’aumento della popolazione. Affrontare i problemi mondiali alla luce del concetto cristiano di persona è stato un grande insegnamento di Giovanni Paolo II, tuttavia la posizione del Cespas e altre associazioni simili va analizzata con cura. Quali sarebbero infatti le ‘bugie degli ambientalisti’? I temi ecologici, affermano gli organizzatori della conferenza del 25 gennaio, ‘subiscono da tempo un processo irrazionale e oscurantista di drammatizzazione, teso a seminare catastrofismo e autocondanna della civiltà occidentale. La realtà scientifica sta all’opposto: è lo sviluppo tecnologico la garanzia migliore per la salute del pianeta’. Naturalmente, la contro-obiezione degli ambientalisti è che gruppi come il Cespas difendono in modo subdolo gli interessi delle multinazionali. Da che parte stare? Sul piano scientifico, il modo più onesto di porsi di fronte ai fattori climatici è stato così sintetizzato dal biologo Carlo Cirotto: ‘Non ci capiamo niente’. Non a caso è stato un meteorologo, Edward Lorenz, a lanciare la famosa teoria della complessità: a Pechino una farfalla batte le ali, e a New York cambia il tempo. In realtà, il clima ha sempre subito cambiamenti drammatici: non fu certo la Coca Cola Company a far estinguere i dinosauri’ La difficoltà del problema non significa che, come cristiani, non possiamo fare nulla. Va sottolineato che, nelle sue posizioni ufficiali, la Chiesa non ha assunto le idee degli ‘ottimisti’. Basti pensare alla sintesi fatta dalla Cei in occasione della prima Giornata per la salvaguardia del creato (1’settembre 2006), denunciando ‘un consumo di risorse e una produzione di rifiuti che superano largamente le possibilità di rinnovamento della Terra, ipotecandone così la vivibilità per le future generazioni’ Viviamo in città inquinate, in una natura sempre più impoverita’ Per i poveri della Terra, poi, il degrado dell’ambiente è un fattore critico’. Senza dimenticare un insegnamento che viene, da questa terra umbra, da san Francesco. Se anche le emergenze ecologiche fossero meno allarmanti, questo non ci esonererebbe da uno stile di vita in armonia con tutte le creature.

AUTORE: Dario Rivarossa