Nelle edicole giornali dall’Est Europa

A Ponte San Giovanni, alcune edicole vendono anche giornali di paesi dell'Europa Orientale. Alla Caritas 'registrati' almeno tremila immigrati

Mutamenti graduali, ma costanti e strutturali, nella composizione del tessuto sociale di zone dell’hinterland perugino. Un percorso di integrazione e reciproca scoperta, denso di incognite, ma teso alla creazione di una società multi-etnica e multiculturale, solida e pacifica. Sintomo della metamorfosi sociale in atto è l’intuitiva iniziativa di alcune edicole di Ponte San Giovanni che stanno sperimentando, da circa un mese, la vendita di quotidiani e periodici, in lingua, di paesi dell’Europa orientale. ‘A Ponte San Giovanni, come in molte zone d’Italia, è cresciuto il numero degli extra-comunitari provenienti da questi paesi, si stanno creando delle nuove comunità, quindi noi dobbiamo soddisfare anche questo tipo di domanda – dice un edicolante, in via della Scuola. Possiedo i quotidiani bosniaci ‘Dnevni Avaz’ e ‘Oslobodjenje’, e il settimanale ‘Slobodna bosna’ e il quotidiano macedone ‘Nova Makedonia’. Ho anche i quotidiani serbi ‘Politika’ e ‘Glas Javnosti’ e gli albanesi ‘Gazeta Shqiptare’ e ‘Shekulli’. Poi ci sono i russi ‘Pravda’ e ‘Izvetia’. Per ora riesco a venderne 20, 25 al giorno, complessivamente’. Un altro edicolante invece, possiede testate ucraine e rumene ‘Ho iniziato la vendita solo da due settimane, e possiedo il quotidiano rumeno ‘Jurnal National’, il quotidiano ucraino ‘Kievski Kurier’ e il settimanale ucraino ‘Bulevar’. La crescita del numero di cittadini extra comunitari, soprattutto provenienti dall’Europa dell’Est, con la formazione di comunità non autoctone, che si stanno innestando nel tessuto sociale, è un fenomeno confermato anche dai responsabili della Caritas di Ponte San Giovanni. ‘Dagli anni ’90, conseguentemente ai conflitti nella ex Jugoslavia e alla caduta del Muro di Berlino – spiega don Marino Riccieri – è molto aumentata la presenza di cittadini dell’Europa orientale. La maggior parte degli stranieri, nella nostra zona, risultano essere albanesi, ex jugoslavi, rumeni e ucraini, o arabi, dell’area del Maghreb. Noi, come Caritas, nel complesso, ne abbiamo registrati circa 3000. Chiediamo un documento e la zona in cui abitano: molti risultano ubicati presso la zona della farmacia comunale, nelle case popolari presso l’Ufficio postale, o in via della Scuola, ma altri vengono anche da Assisi o Foligno. Molti, quando arrivano, si appoggiano a famigliari, parenti o amici. Vengono da noi per chiedere sostegno materiale o un lavoro, e molti, poi, lo trovano come facchini o muratori, le donne, come badanti. Noi, come Caritas, oltre all’acquisto di medicinali e al pagamento di bollette di acqua e luce, per chi ha difficoltà, organizziamo anche una distribuzione di viveri e vestiti, il primo e il terzo giovedì di ogni mese: formaggi, pomodori, riso, pasta, zucchero e latte, lenzuola, biancheria, giocattoli, scarpe, e abiti, spesso, quasi nuovi. Quelli che vengono, devono essere registrati, e per ognuno, si segna la data e gli oggetti presi. I generi alimentari distribuiti, di solito, sono rimanenze di magazzino di alcune industrie umbre, o del centro Italia, o sono stati raccolti presso i parrocchiani’.

AUTORE: Tecla Bolognini