Siamo ormai consapevoli che è tempo di “nuova evangelizzazione”, e non solo tra coloro che non conoscono Cristo e vivono senza una dimensione religiosa, ma anche tra gli stessi cristiani. Spesso la nostra stessa vita di fede è opaca, incerta, piena di ignoranza della Verità, contraddittoria. Papa Giovanni Paolo II ne ha parlato incessantemente, identificando, com’è noto, anche le tre novità di fondo: nuovo fervore degli evangelizzatori, nuove metodologie, nuove vie di comunicazione (linguaggi).
Papa Benedetto XVI ha istituito una Congregazione per promuovere la nuova evangelizzazione in tutto il mondo, e sul tema ha anche indetto un Sinodo mondiale dei vescovi (2012). Ha pure nominato persone dedicate a questo scopo: il card. Ravasi, che promuove il “Cortile dei Gentili” con incontri tra esponenti autorevoli delle varie religioni e culture, anche non credenti o “umanisti”; e il vescovo Fisichella, posto a capo della Congregazione per la nuova evangelizzazione.
Le diocesi vanno pensando a modi, percorsi, iniziative di nuova evangelizzazione Dall’esperienza di vita ci giungono però richieste più immediate: oggi, in tempi di scoraggiamento e di sconforto diffuso per i tanti mali e le tante vacuità di pensiero e di progetti, urge lanciare messaggi di incoraggiamento e di consolazione. Il messaggio della Divina Misericordia per una umanità preoccupata per il presente e per il futuro storico e metastorico è il principale di questi messaggi. C’è bisogno di speranza, occorre un “mare di misericordia”.
Il tema della misericordia si rivela oggi di fondamentale importanza dopo i disastri delle guerre mondiali e delle persecuzioni ideologiche e razziali, in un mondo tutt’altro che pacificato e con gravi problemi etici, oltre che finanziari ed economici. In questo contesto di sconforto sociale culturale religioso urge infondere coraggio e speranza. Dio ha mandato puntualmente anche oggi i suoi profeti di speranza.
Vanno ricordate proprio tre donne dei nostri giorni: Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo (1873-1897); Faustina Kowalska, di Cracovia, presso Auschwitz, (1905-1938); Madre Speranza di Gesù (1893-1983) con il santuario dell’Amore Misericordioso a Collevalenza. Dopo di loro un Papa, il beato Giovanni Paolo II (1978-2005), che ha preso molte iniziative specifiche:
– 1980, enciclica Dives in misericordia nel terzo anno del suo pontificato;
– 1991, 22 novembre, dopo l’attentato di Roma del 13 maggio 1991, fa visita al santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza e incontra Madre Speranza;
– 1993, 18 aprile, beatificazione di suor Faustina Kowalska;
– 1995, 23 aprile, istituisce la festa dell’Amore Misericordioso nella Domenica in albis;
– 2000, 30 aprile, canonizzazione della beata Faustina Kowalska;
– 2002, 17 agosto, consacra il mondo alla Divina Misericordia.
Sulla spinta di Giovanni Paolo II sono stati tenuti due Convegni mondiali sulla Divina Misericordia: a Roma nel 2008 e a Cracovia nel 2011. Nel 2012, 23-25 marzo, si è tenuto il 1° Convegno nazionale sull’Amore Misericordioso a Collevalenza.
La scaturigine visiva e drammatica dell’Amore Misericordioso di Gesù è il Venerdì santo; la festa liturgica è la prima domenica dopo Pasqua (già domenica in albis). In quel venerdì del Consumatum est, Gesù donò tutto e ci invitò a “nuotare” in quel suo mare di misericordia. In quel mare c’è una radioattività soprannaturale, che libera la circolazione dell’amore nei corpi paralitici e bloccati dal male morale, il peccato; consente di recuperare salute spirituale, e l’entusiasmo del bene e della “vita buona” del Vangelo. Tutti siamo invitati a questa “cura termale” che ridà vita e respiro a organismi spirituali asfittici.