Nel gelo il biancospino del Beato Angelo fiorisce

G. Tadino / Presto un gemellaggio con Bra (Cn) altra città dalla fioritura miracolosa

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi, dovrà per forza ricredersi: nell’inverno sinora più freddo da decenni, il biancospino del beato Angelo è ancora fiorito. Anzi, persino con anticipo, visto che già a Natale le prime gemme si sono schiuse. Insomma, si è ripetuto per il 678’anno consecutivo l’evento prodigioso che ebbe inizio con la traslazione delle spoglie del Beato gualdese, il 15 gennaio del 1324. Miracolo, però, poco conosciuto e persino in Umbria, dove sono pochi a conoscere sia il fatto che la sua tradizionale spiegazione. E’ questo il motivo per cui, un apposito comitato guidato da Alberto Cecconi, insegnante gualdese, sta portando avanti la proposta di un gemellaggio con l’altra città italiana in cui, annualmente, si verifica una fioritura invernale di un biancospino: Bra, in provincia di Cuneo. In questa cittadina collinare, situata in una delle zone dal clima invernale più rigido d’Italia, tutti gli anni, poco dopo Natale, si ripete la fioritura fuori stagione di un biancospino – definito con termine più letterario “il miracoloso pruno” – o meglio, di una serie di arbusti di biancospino tutti, a quanto pare, derivati da un’unica pianta, che per primo manifestò il sensazionale evento. La fioritura è legata al miracolo ottenuto per intercessione della Vergine da Egidia Mathis, una giovane sposa braidense del XV secolo che, aggredita da due soldati ubriachi, si salvò invocando sotto un’edicola la Madonna, che apparve mettendo in fuga i due malintenzionati. Subito dopo l’apparizione, intorno ad Egidia ancora inginocchiata ai piedi dell’edicola i biancospini fiorirono, a sottolineare lo scampato pericolo e la mantenuta virtù della ragazza. Da quel giorno, patrona di Bra è diventata proprio la Madonna dei Fiori. E tutti gli anni, a fine dicembre, i biancospini fioriscono; tuttavia, l’evento si manifesta solamente a Bra, perché il rametto tratto da una delle miracolose piante non fiorisce se viene portato fuori città. Cosa, questa, che si verifica in maniera del tutto simile anche a Gualdo Tadino. A Bra il miracolo è stato “testato” persino dalla scienza: studi rigorosi portati avanti dall’Università di Torino hanno definito “scientificamente inspiegabile” l’evento. E anche la Chiesa piemontese ha consacrato la fioritura inserendo la cattedrale di Bra nel circuito dei santuari mariani e quindi nelle celebrazioni del Giubileo del 2000. Se l’iter, come sembra, sarà molto rapido, presto Gualdo Tadino e Bra saranno gemellate. Cosa molto importante è che la motivazione del gemellaggio è di natura religiosa, cosa assai rara non solo in Umbria ma anche in tutta Italia. Ma il beato Angelo 2002 presenta altre novità: lo scorso 5 gennaio è stato lo stesso vescovo diocesano a inaugurare la cripta del Beato, dopo i restauri post sisma, e a benedire la statua lignea del Santo recentemente restaurata. Il 14 gennaio, alle 18, il Sindaco di Gualdo offrirà alla basilica concattedrale l’olio per alimentare la lampada che arde sulla tomba del Beato; alle 21 si svolgerà la tradizionale fiaccolata che ripercorre l’itinerario di traslazione della salma del Beato; infine, il 15 gennaio (giorno festivo), le due solenni celebrazioni: quella delle 11,15 con il vescovo diocesano, mons. Goretti, e quella del Vespro delle 17,30, presiduta da mons. Pietro Bottaccioli, vescovo di Gubbio.

AUTORE: Pierluigi Gioia