Già famosa per la fortunata fiction televisiva di don Matteo e nota nel mondo per la corsa dei Ceri, in questo periodo natalizio Gubbio è felicemente salita alla ribalta su tutti i giornali per l’atto di coraggio di Simone Farina, un giocatore, terzino sinistro della squadra di calcio che, unica tra le umbre, milita in serie B. Cosa è successo di così importante? Si chiederà qualcuno. Ebbene, il calciatore Farina si è rifiutato di partecipare ad una truffa sportiva e ha denunciato il fatto. Tutto qui. L’onestà fa rumore, il rifiuto di partecipare a somme notevoli e il coraggio della denuncia di una truffa fanno notizia. Giustamente, Simone Farina, d’accordo con il suo presidente Marco Fioriti, deve aver detto: “Per favore non chiamatemi eroe”. Non chiamiamolo eroe, semmai un esempio, niente altro, di comportamento normale, o che tale dovrebbe essere. Se essere onesti, rifiutando corruzione e mazzette, oggi è considerato un atto di eroismo, vuol dire che il mondo – e non solo quello del calcio – è fondato sull’inganno e la menzogna (vedi Il punto di Lignani a pag. 10). In questo periodo il gesto del calciatore mi suggerisce di considerare il Natale non solo come evento religioso, ma anche come una luce sulla storia umana, per cui ciò che è buono, onesto e normale secondo la coscienza e l’armonia del creato ha una dignità e un fascino divino. Non è eroismo, ma dignità e bellezza, come tutto ciò che comporta e compete al Natale: la vita, la gioia, la pace, il Bambino, la Vergine, l’uomo fedele, le stelle, i pastori. Tutto normale e tutto divino. L’uomo che rischia di disumanizzare la sua esistenza è richiamato alla sua dignità. Senza forzature ed enfasi, si può dire che il Natale è la festa tesa a umanizzare la vita umana con l’incarnazione del Verbo che si fa uomo tra i suoi fratelli. Essere onesti perciò non è un dato eccezionale ed eroico, ma la norma della vita dei singoli e dei popoli, condizione primaria di felicità e di pace. Un festa degli umani, e non degli eroi, è il Natale.
Natale: la dignità di ciò che è normale
AUTORE:
Elio Bromuri