Musica e silenzio nella preghiera

Per l’80° della corale Abbatini, incontro con il compositore mons. Frisina

La schola cantorum “Anton Maria Abbatini” ha festeggiato il suo 80° compleanno con mons. Marco Frisina. È infatti per questa ricorrenza che il noto compositore è stato invitato a riflettere sul tema “Musica e silenzio nella preghiera; il ruolo della schola cantorum”. Alla conferenza, martedì 18 ottobre presso il salone gotico del Museo del duomo, mons. Frisina è stato presentato da don Nazzareno Marconi che, ricordando la decennale amicizia che li lega, lo descrive come una persona in cui formazione culturale, teologica e biblica si fondono con grande naturalezza, persona umile come chi lavora con serietà, con l’impegno a trasmettere il proprio dono in musica. Frisina, che oggi è rettore della chiesa di Santa Cecilia in Trastevere e direttore del Coro della diocesi di Roma, ha aperto il suo intervento definendo la musica come un eccesso della generosità creatrice di Dio che con gusto di artista crea cose belle per la semplice gioia che queste esistano, anche senza alcuna apparente convenienza. Esiste una forte relazione tra la musica, il corpo e soprattutto l’inconscio umano. Attraverso ritmo, melodia e armonia la musica influenza e condiziona l’uomo dando senso e richiamando emozioni e ricordi. L’uomo ne ha bisogno per esprimere ciò che prova, ciò che le parole non possono dire. Contemplando Dio e le sue meraviglie, l’uomo, innamorato e poeta, non può semplicemente dire ma deve cantare, necessita pertanto della musica per dar voce alle grandi cose che porta dentro di sé. In tutto questo il silenzio ha un ruolo di grande importanza, è un silenzio non vuoto, non è semplicemente assenza di suoni ma è la grande madre della musica, necessario a creare spazio nel cuore dell’uomo affinché questi possa riceverla interiorizzarla e farla propria. Ironico e scherzoso, con l’ausilio del pianoforte, mons. Frisina, di fronte ad un pubblico attento, ha concluso il suo intervento con un monito rivolto ai giovani. Oggi è forte il rischio per l’uomo di diventare immobile ed ottuso, incapace di sentire e di vedere, distratto totalmente dal frastuono della società contemporanea. È necessario riscoprire il grande valore educativo e pedagogico della musica, accogliere la sfida culturale non come semplice misura di erudizione ma come strumento per riconoscere e accrescere il grande amore che fa vibrare il nostro spirito.

AUTORE: Sabina Ronconi