I discorsi del Papa in Germania e la prolusione del card. Bagnasco nell’ultimo Consiglio permanente della Cei costituiscono documenti di notevole valore culturale e sociale. Meritano di essere attentamente meditati, poiché descrivono la situazione in cui ci troviamo e offrono efficaci spunti di riflessione per avviare quel risanamento che è da tutti auspicato. La Chiesa che in passato ha dato un’anima cristiana all’Europa, che ha portato il Vangelo in ogni parte del mondo, che ha lottato per la difesa dei popoli e degli ultimi, in forza del mistero dell’Incarnazione per cui vive e lotta nel tempo e nella storia, anche oggi ha qualcosa di importante da dire e da offrire. I problemi aperti sono molti, difficili e complessi. Il compito di chi ci governa non è per nulla semplice. C’è una crisi economica che sta assumendo sempre più dimensioni cosmiche. Le guerre continuano a sprecare risorse ingenti e a spargere sangue innocente. Il lavoro è precario e incerto. Il matrimonio è in crisi, mentre si esaltano le famiglie allargate e le unioni di fatto. Interi popoli rischiano di morire di fame e di sete, non poche persone non sanno come arrivare alla fine del mese ma i nostri parlamentari dalle loro laute mense si limitano a far cadere solo qualche piccola briciola. La corruzione dilaga e ogni giorno viene proposto un nuovo scandalo ed è amaro che i mass-media si divertano a bilanciare i misfatti di una parte con quelli della parte opposta in un pareggio che lascia sconcertati, ecc. Si possono eliminare le erbe cattive, dimenticando di bonificare il territorio ormai profondamente inquinato? Il problema morale sta emergendo in tutta la sua gravità. Il Papa, parlando al Bundestag, si è lasciato guidare dalla preghiera che Salomone rivolse a Dio nel momento in cui stava per assumere il governo del suo popolo: non chiese “né successo, né lunga vita, né l’eliminazione dei nemici, ma un cuore docile e la capacità di fare giustizia distinguendo il bene dal male”. Una lezione magistrale! Il cardinale Bagnasco, a sua volta, ha parlato della necessità di aria pulita e di un profondo cambiamento. “I comportamenti licenziosi – ha precisato – e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale che… si ripercuote sull’educazione e la cultura dell’intero Paese”. La Chiesa ha il dovere di parlare con franchezza senza calcoli e senza intenti politici. La gente ha capito, poiché è nauseata del losco intreccio tra immoralità, festini equivoci e spregiudicati affari. In questi giorni una distinzione ha contribuito ad accrescere la confusione. Il privato – si è detto – non va confuso con il pubblico, anzi la privacy è intoccabile e ciascuno in casa propria può fare ciò che vuole. È incredibile! Ha scritto Giordano Muraro sulla rivista Vita pastorale: “È vero che ciò che avviene tra le mura domestiche non ha effetti sociali? È vero che ciò che non ha rilevanza giuridica deve essere sempre tollerabile? Da dove nasce questa frantumazione della persona tra privato e pubblico, tra giuridico e morale?… Agere sequitur esse, si agisce come si è”. Quando si è sporchi dentro, le maschere sono destinate a crollare e ciò che si è nel profondo, prima o poi emergerà in tutta la sua gravità. Non si può dimenticare che l’esempio negativo di chi ha alte responsabilità (vale per la Chiesa e per tutti) è doppiamente pernicioso. L’Italia è malata! C’è urgente bisogno che persone preparate e serie, che per fortuna non mancano, al di sopra dei diversi schieramenti, si uniscano tra loro e con coraggio e con occhi lungimiranti, guardino al bene comune e alle riforme non più rinviabili. È la speranza di cui il Paese ha bisogno! Il Papa il prossimo 27 ottobre sarà ancora ad Assisi, in continuazione della storica giornata promossa dal beato Giovanni Paolo II. Questa volta saranno presenti anche persone senza fede esplicita, ma animate da retta intenzione. C’è veramente lavoro per tutti! Le religioni in nome dell’unico Dio, nonostante le loro oggettive differenze, prima di ogni altro, sono tenute a operare per arricchire l’uomo di spiritualità e per favorire il dialogo, la fraternità, la giustizia e la pace. È un ulteriore motivo di speranza!
Moralità e competenza
Parola di vescovo
AUTORE:
Sergio Goretti