Mons. Riccardo Fontana: ‘Spoleto, svegliati!’

L'ammonimento dell'Arcivescovo in occasione della commemorazione dei 'morti'

Un pensiero sulla ricorrenza dei nostri cari defunti. La Basilica del Ss. Salvatore, nella mattina del 2 novembre, era gremita di persone. Presenti anche le autorità civili e militari, per il ricordo dei caduti di guerra. L’arcivescovo Fontana, all’omelia, ha ricordato che il messaggio che passa oggi è ‘guarda a ciò che ti conviene’. Ma, nelle nostre radici, c’è la ‘comunità’ e non il guardare a se stessi. ‘Siamo qui – ha continuato l’Arcivescovo – a prendere il coraggio di andare avanti, senza tirarci indietro. Il crocefisso è la bilancia che dà il senso alle cose. Ciò motiva la fatica di tutti, anche di chi serve le istituzioni. I nostri vecchi hanno realizzato una repubblica fondata sul lavoro. Anche la pace va costruita’. E ha aggiunto: ‘fai ciò che nessun altro fa, anche se nessuno ti dice grazie. Anzi ti ricorda ciò che si sarebbe potuto fare’. Anche al pomeriggio, per la commemorazione dei fedeli defunti, tante le persone. Prima, l’ora media a S. Ponziano; poi, la processione verso la Basilica del Ss. Salvatore, passando per il ‘dormitorio’. L’Arcivescovo ha invitato a ritrovare il gusto dell’impegno, ricordano che il cammino dell’anima esige fatica. E ha chiesto: ‘A che punto siamo nel nostro cammino?’ Guardando al crocefisso affrescato sull’abside, un Cristo senza volto – forse perché aspetta il nostro – ha ricordato che il crocefisso è la misericordia di Dio che è stata crocefissa. E’ l’amore di Dio per tutta la storia, è la storia. E, citando sant’Andrea di Creta, ‘il crocefisso è la bilancia su cui viene pesato il mondo’. Come non ricordare, poi, i due giovani ventenni, morti tragicamente la scorsa settimana: ‘Spoleto svegliati! Ma per fortuna – ha aggiunto – c’è il Signore che raccoglie tutti. Corriamo troppo, abbiamo perso il gusto che alla fine c’è la festa. Troppa superficialità, si corre senza cogliere il senso delle cose. Per poi dire: non ho tempo, peccato, avrei voluto, e bruciamo troppe energie nel condizionale. E solo l’amore passa. L’effimero no’. Parlando della ‘verità’ ha sottolineato come non la si può portare in tasca. ‘È una per tutti. Avevo fame e mi avete dato da mangiare: non chiacchiere. Ero forestiero e mi avete accolto’. ‘Ed è importante – ha concluso – che anche noi ci vogliamo andare in paradiso’. Ai cancelli del cimitero, la Caritas diocesana raccoglieva offerte per ricordare uno dei tre pilastri, insieme alla catechesi e al culto: la carità.

AUTORE: Modesto Paris