Il Papa ha nominato, mercoledì 21 marzo, mons. Ennio Antonelli, segretario generale della Cei, nuovo arcivescovo di Firenze; succede al card. Silvano Piovanelli, 77 anni, alla guida dell’arcidiocesi toscana dal 1983. Mons. Ennio Antonelli è nato a Todi il 18 novembre 1936; dopo gli studi ecclesiastici a Roma, è stato ordinato sacerdote il 2 aprile 1960 e ha svolto nella sua diocesi vari incarichi. Conseguita la laurea in lettere classiche nel 1966, all’Università di Perugia, ha insegnato lettere e storia dell’arte, poi teologia dogmatica ad Assisi e teologia per laici in varie diocesi dell’Umbria. Il 29 agosto 1982 è stato ordinato vescovo per la diocesi di Gubbio: in sei anni di episcopato ha realizzato la costruzione del nuovo seminario, del centro pastorale diocesano e della casa del clero, varando un progetto pastorale diocesano poi promosso e sostenuto con la visita pastorale, in un’ottica di collaborazione tra preti e laici. Il 6 novembre 1988 è stato trasferito come arcivescovo a Perugia-Città della Pieve: nei sette anni di episcopato nella nuova sede ha attuato una pastorale volta alla promozione del ruolo dei laici nella Chiesa; significative, a questo proposito, le sue lettere pastorali. Il 25 maggio è stato nominato dal Papa segretario generale della Cei per un quinquiennio e poi di nuovo confermato il 25 maggio 2000. In queto incarico ha curato la preparazione del grande Convegno ecclesiale di Palermo (novembre 1995) e del successivo documento dell’episcopato italiano; ha preso parte a numerosi convegni nazionali, con particolare coinvolgimento nell’Assemblea nazionale sulla scuola cattolica (ottobre 1999); si è impegnato in vari momenti della preparazione e della celebrazione del Giubileo, ed ultimamente si sta dedicando alla preparazione degli Orientamenti pastorali per il prossimo decennio, che verranno presentati in occasione della prossima Assemblea della Cei, che si svolgerà a Roma dal 14 al 18 maggio prossimo. Da una nota contro le superstizioni ai nuovi Orientamenti pastorali della Chiesa italiana per il prossimo decennio, passando per il Convegno di Palermo, il Sinodo dei vescovi per l’Europa, il Giubileo. Sono solo alcuni riferimenti temporali dell’azione pastorale di mons. Ennio Antonelli nella comunità ecclesiale, prima da vescovo e poi da segretario generale della Cei. Nel 1990, mons. Antonelli è vescovo di Perugia, e la sua nota pastorale “Contro le superstizioni”, va ben oltre i confini del territorio regionale. “La superstizione abbonda dove scarseggiano fede e istruzione religiosa”, afferma, sottolineando che la superstizione “è inconciliabile con la fede autentica. A nessuno – né sacerdote né tantomeno laico – è lecito fare esorcismi contro presunte possessioni e ossessioni diaboliche, se non è esplicitamente autorizzato dal vescovo”, come del resto “è sacrilego qualsiasi uso dell’Eucaristia in forme e finalità indebite, o ad opera di persone non autorizzate. Il primo impegno di mons. Antonelli, a pochi mesi dalla sua prima nomina a segretario generale della Cei, è la preparazione del grande Convegno ecclesiale di Palermo e del successivo documento dell’episcopato italiano, “Con il dono della carità dentro la storia”. Il segretario della Cei invita, in particolare, al “coraggio della missione”, attraverso una “conversione pastorale” che comporta un impegno di prima evangelizzazione e un’azione rivolta ad incidere sulla mentalità della gente. Temi, questi ultimi, centrali anche nei nuovi Orientamenti pastorali della Chiesa italiana per il prossimo decennio, che verranno presentati nella prossima Assemblea della Cei a maggio, e ai quali mons. Antonelli sta dando un prezioso contributo. “Guardare al futuro con speranza”: il nuovo arcivescovo di Firenze sintetizza così l’impegno attuale della Chiesa nella storia, che per il cristiano “implica il saper dire le ragioni della propria fede ed accettarne tutte le conseguenze: esige coerenza, impegno a motivare ciò in cui si crede di fronte all’uomo di oggi”. Mons. Ennio Antonelli ha inviato una lettera al card. Silvano Piovanelli, che ha guidato la Chiesa fiorentina per diciotto anni, al centro della quale il nuovo arcivescovo, la comunità diocesana in tutte le sue componenti, che rendono il popolo di Firenze “vivace e geniale, protagonista di una storia eccezionale di umanità, di cultura e di arte” : “i sacerdoti, i diaconi, le persone di vita consacrata, i laici impegnati, le famiglie, i giovani, gli anziani, i malati, i poveri, coloro che sono oppressi da qualsiasi genere di sofferenza. Per disposizione della divina Provvidenza faremo insieme un tratto di strada in questo inizio di millennio. Insieme, attraverso l’amore reciproco e l’amore verso tutti, cercheremo di testimoniare che Cristo è vivo e presente tra noi”. Mons. Antonelli precisa, inoltre, che “l’autorità del vescovo si colloca all’interno di una fraternità” e parte “dalla convinzione che una forte identità cristiana di per sé non innalza barriere, ma le abbatte: più si è fedeli al Vangelo e all’insegnamento della Chiesa e più si è capaci di valorizzare gli altri, di dialogare e di collaborare, per crescere tutti nella verità e nel bene”.