Mons. Domenico Pallucchi nuovo parroco di Roccaporena

Assumerà anche la presidenza dell'Opera diocesana di S. Rita

Giornata non facilmente dimenticabile quella di domenica scorsa 23 settembre, quando mons. Domenico Pallucchi, da 15 anni parroco di Borgo Trevi, ha preso possesso, ai primi vespri, della sua nuova parrocchia, a Roccaporena, il paese natale di S. Rita, lasciando la parrocchia della Sacra Famiglia al suo successore padre Giuseppe Mecheril, che viene a noi dall’India, già incaricato della parrocchia di Ceselli, ove ha dato larga prova della sua preparazione e impegno pastorale: è in possesso della laurea in Teologia spirituale, conseguita presso le Università Pontificie. Come ha scritto mons. Pallucchi – o, più familiarmente, don Dino – nel saluto ai suoi parrocchiani: “… non è stata una mia decisione personale anche perché, pensando a ciò che ho vissuto e ai rapporti belli che sono nati col tempo, mi dispiace andare via. Potevo dire di no, ma considerando la disponibilità che ho sempre trovato in molte persone in mezzo a voi a fare la ‘Volontà di Dio’ anche in situazioni più dure, mi sono deciso per il sì. Sono lieto della scelta di padre Giuseppe Mecheril: so che lo accoglierete con affetto, lo seguirete con spirito di collaborazione”. L’immissione in possesso dei nuovi parroci è stata presieduta dallo stesso mons. Arcivescovo, il quale ha tenuto a esprimere il suo alto apprezzamento per le indiscusse doti, come pure per la prontezza dell’obbedienza: la Volontà di Dio, a ogni istante… Questo ha obbligato gli organizzatori a stabilire due tempi distinti, l’uno per Roccaporena – sabato 22 alle 17.00 – l’altro per Borgo Trevi – domenica 23 alle 10.00. Dopo di che, mons. Fontana si è trasferito a Cannaiola per la solenne liturgia in occasione del 50’di professione religiosa di sedici suore della Sacra Famiglia. Mons. Pallucchi, che continua a occupare nella nostra curia arcivescovile il delicato incarico di Economo diocesano, assume ora a Roccaporena anche la Presidenza dell’Opera diocesana di S. Rita, voluta ai suoi tempi dal vescovo di Norcia mons. Settimio Peroni, morto in concetto di santità. Non era giusto che la Santa degli impossibili, in seguito al suo ingresso nel Monastero agostiniano di Cascia, perdesse ogni diretto rapporto con la diocesi in quanto tale. Ed ecco allora, accanto alla Basilica e all’Alveare di Cascia, la Basilica e il Collegio di Roccaporena, destinato agli orfani meno abbienti, accolti nel nome di Rita dai sacerdoti diocesani attraverso l’Opera, che mantiene i contatti con i tanti devoti e benefattori attraverso il periodico Lo Scoglio di S. Rita. Fra i sacerdoti più benemeriti, a tutt’oggi, il parroco e presidente uscente, mons. Alceo Amori, che ha ritenuto di dare le dimissioni per ragioni di età; così pure mons. Sante Quintiliani, del Capitolo metropolitano di Spoleto, direttore del Collegio. Fu a Roccaporena, suo paese natale, che Rita visse la sua giovinezza, qui lo “scoglio” dei suoi rapimenti estatici, qui andò sposa, qui affrontò la prova dell’assassinio del marito e della morte dei figli; di qui trasvolò a Cascia, come religiosa. Mons. Fontana, nell’omelia della immissione in possesso, ha raccomandato a don Dino “il sentiero di S. Rita”, che congiunge attraverso la montagna Roccaporena con Cascia, simbolo di un’unità che deve sempre più rafforzarsi nel tempo. Festa dunque a Roccaporena – commovente il saluto di mons. Amori, affidato a mons. Quintiliani – festa a Borgo Trevi per padre Mecheril. Grande afflusso di parrocchiani: per la popolazione di Borgo Trevi, duplice appuntamento, tanto il sabato sera che la domenica mattina. Hanno voluto seguire il loro parroco lassù: non è certo un trasferimento che può annullare anni e anni di perfetta intesa, all’ombra della Sacra Famiglia. Don Dino è stato il parroco che ha sempre valorizzato i laici con i quali ha fatto si può dire vita comune, aprendo la sua casa a chiunque giungesse. E poi, i suoi parrocchiani hanno voluto dirgli ancora il loro grazie per la valorizzazione del patrimonio artistico del Trevano, con il restauro, tra l’altro dell’antica chiesetta di S. Egidio, romanica, tra le più importanti di Trevi, da poco riaperta al culto. E grazie anche per le altre chiese, per gli interventi a seguito del terremoto del 1997. Particolarmente, poi, il Centro di accoglienza per i familiari dei malati del Centro di riabilitazione di Trevi, cui egli ha voluto dedicare l’antica casa del beato Pietro Bonilli, affidata attualmente alla parrocchia. Non ci resta che formulare i più sinceri auguri tanto a mons. Pallucchi che a padre Mecheril. Due parrocchie già così bene avviate, che riprendono il cammino nel tempo privilegiato del Sinodo diocesano.

AUTORE: Agostino Rossi