Domenica si terrà la Marcia Perugia-Assisi, e il Papa manderà un messaggio. Non è la prima volta, ma è un segno di attenzione piuttosto recente. Ne parliamo con mons. Vincenzo Paglia, delegato della Conferenza episcopale umbra per i problemi sociali e il lavoro. ‘Il messaggio del Papa – spiega mons. Paglia – è la novità di queste ultime edizioni della Marcia, da quando i vescovi umbri, attraverso la Commissione che presiedo, si sono inseriti in maniera più robusta nel determinare anche i contenuti dell’evento. Il messaggio del Papa, che qualifica la Marcia dandole una rilevanza internazionale particolarmente significativa, sarà letto dal Vescovo di Assisi come già le ultime due volte, quando i partecipanti giungeranno a mezzogiorno nella piazza della basilica di San Francesco’.Anche questa sosta davanti alla basilica di San Francesco, è una novità. ‘Lo è dall’ultima manifestazione; prima non era mai accaduto’. Quest’anno si è discusso sulla definizione della Marcia. Per la pace o per i diritti umani? ‘La Marcia conserva la sua qualifica fondamentale di difesa e promozione della pace. C’è stata ultimamente sorpresa quando si è aggiunta la dizione circa i diritti umani. L’abbiamo voluta per sottolineare la Dichiarazione universale dei diritti umani, il cui anniversario sarà l’anno prossimo, perché vorremmo che già dalla vigilia si ponesse attenzione a questa carta delle Nazioni Unite che ha segnato larga parte della cultura occidentale e molta parte delle altre culture; e ci auguriamo, ovviamente, che si estenda sempre più, sino a divenire patrimonio comune dell’umanità. In questo contesto si pone l’incontro del 6 ottobre sul 40’della Populorum progressio’. La Marcia si presenta anche ‘contro la miseria e la guerra e l’antipolitica” ‘Vuole essere anche una manifestazione contro la povertà, perché siamo a metà del quindicennio degli Obiettivi di sviluppo del millennio stabiliti dalle Nazioni Unite per la lotta alla fame. Purtroppo molti Paesi, compresa l’Italia, sono ancora molto indietro nel rispetto degli impegni presi per sradicare la povertà, che tutti avevano congiuntamente sottoscritto’. La Marcia è cambiata, ma c’è chi dice ancora oggi che è politicizzata. Nel centrosinistra ci sono politici che partecipano quel tanto che basta per apparire in tv, e dal centrodestra raccoglie più critiche che adesioni.’Tutti gli organizzatori, quindi anche la Commissione Ceu, sono convinti della necessità di evitare ogni tipo di strumentalizzazione politica, e ogni sforzo sarà fatto in questo senso, per esempio chiedendo di partecipare a tutto il tragitto. Questo perché interessa sempre più a tutti la maturazione di una coscienza. Tra l’altro, non è di poco conto sottolineare che una grande parte dei partecipanti provengono dal mondo dei credenti’. La Marcia è nata da Aldo Capitini, noto pacifista, ma è stato anche un uomo che ha rifiutato la Chiesa richiedendo lo sbattezzo. Questo ha sempre fatto problema alla Chiesa umbra, e in particolare ai cattolici che lo hanno conosciuto personalmente’. ‘Non dobbiamo misconoscere la storia e neppure le difficoltà di quei tempi, che portavano a polarizzazioni che oggi hanno poco senso. D’altronde la pace è una di quelle dimensioni planetarie che sono senza dubbio ispirate anche dalla tradizione evangelica, ed è bene che questa prospettiva diventi patrimonio di tutti. Per certi versi a me piace anche avvicinare questa marcia a quella, purtroppo dispersa, dei monaci e delle monache buddiste in Birmania’. Può sembrare un accostamento audace, vista la libertà di cui noi godiamo. In che senso? ‘Come patrimonio comune della pace, che si sposa in maniera indissolubile con la nonviolenza, con la mitezza, con la misericordia. In questo senso la Marcia Perugia-Assisi assume tonalità che all’inizio erano poco presenti o solo in nuce, ma che oggi sono arricchite anche dalla varietà dei partecipanti. E si deve dire che la Marcia è dei partecipanti, è di coloro che desiderano una pace universale. Non è uno slogan appartenuto a qualcuno’.I vescovi parteciperanno? ‘I fedeli delle nostre otto Chiese umbre parteciperanno attivamente alla Marcia e a tutti gli eventi. Compresi i vescovi. Per esempio, nell’Onu dei popoli a Perugia e dei giovani a Terni, nella veglia di sabato e nella messa di domenica mattina, al momento della lettura del messaggio del Papa. Segnalo anche l’impegno della Commissione a proseguire, terminata la Marcia, un’azione doprattutto dalle scuole, organizzando numerosi corsi di educazione alla pace’.
Maturare coscienze senza schieramenti
'La pace - dice mons. Paglia - è ispirata anche dal Vangelo, ed è bene che questa prospettiva diventi patrimonio di tutti'
AUTORE:
Maria Rita Valli