Maria ‘visita’ le Opere segno

Il 15 agosto, dopo il rientro della santa Icone, messa pontificale in cattedrale

Spoleto si appresta a vivere le festa dell’Assunta, patrona principale dell’intera arcidiocesi. È da molto tempo che il popolo cristiano di Spoleto venera Maria, la Theotòkos, la madre di Dio semprevergine, rappresentata in una splendida icona greca, espressione dell’antica tradizione, comune alle Chiese. Ogni anno l’icona è andata pellegrina nelle parrocchie della città. Quest’anno, in sintonia con la lettera pastorale dell’arcivescovo Eucaristia e carità e con i consigli comunali aperti agli operatori Caritas svolti in prossimità del Corpus Domini, solennità nella quale al centro fu messa la carità, l’icona sosterà tra le opere segno della Caritas diocesana. La prima tappa sarà il 5 agosto all’ospedale di Spoleto, nella chiesa di Loreto, poi a seguire fino al 13 visiterà: il Centro di Solidarietà ‘don Guerrino Rota’; la casa di riposo ‘Giubileo’ di Terraja; l’Oami di Baiano; l’Istituto Nazareno, pensionato gestito dalle suore della Sacra Famiglia; la casa per minori di San Sabino e quella per anziani del Sacro Cuore; la Fattoria della misericordia di Eggi; il seminario arcivescovile di San Sabino; e infine la Mensa della misericordia, nella chiesa della Madonna della Piaggia. La santissima icone farà rientro in duomo il 14 agosto, vigilia dell’Assunta, quando tutte le unità pastorali dell’arcidiocesi si recheranno pellegrine alla basilica cattedrale, per partecipare alla processione nelle vie cittadine. Il 15 agosto alle 11.30 l’Arcivescovo presiederà la messa pontificale, animata dai canti della Cappella musicale del duomo, diretta dal maestro Francesco Corrias. Il legame degli spoletini con l’icona è forte e dura da secoli. L’icona della Madre di Dio, stando all’incisione sulla lamina d’argento, si può far risalire all’anno 1120, ma si è certi che il tipo dell’esemplare sia più antico; era molto diffuso già dal V secolo. La lotta iconoclasta dell’VIII secolo ha disperso molte immagini; comunque qualche esempio resta in Grecia, nel monastero di Santa Caterina sul monte Sinai, in Russia, in Germania e in Italia. L’icona di Spoleto è chiamata nel mondo greco Hagiosoritissa, termine che viene da hagia soros, la santa cassa custodita nel monastero di Blacherne a Costantinopoli. La cassa conteneva la preziosa veste della Madre di Dio, ritenuta pegno della protezione della Madonna implorata sulla città. La visita dell’Icona alle opere segno della Caritas diocesana, sottolinea come nell’Hagiosoritissa tutta la Chiesa di Spoleto-Norcia si riconosce unita e fedele alla Madre di Dio.

AUTORE: Francesco Carlini