L’eccezionale caldo di questa stagione sta facendo soffrire gli abitanti della regione. Soffre la campagna, poco aiutata dalla pioggia, anche se lo scorso anno era andata peggio. La Coldiretti chiede la dichiarazione dello stato di calamità per le particolari condizioni atmosferiche che hanno pregiudicato il raccolto. Il Trasimeno resta il grande malato nonostante gli sforzi e i progetti, tanti, anche se raramente finanziati. Intanto si è semplificato il quadro della gestione dell’acqua con la definizione di nuove società (tre in ambito regionale) per evitare sovrapposizione e soprattutto puntare su un piano che razionalizzi le risorse e faccia crescere una maggiore sensibilizzazione verso il contenimento degli sprechi e dei consumi. Alcuni agricoltori hanno scelto altre colture oppure hanno optato per gli impianti ‘a goccia’, uno strumento che in altri paesi ha prodotto molti frutti con una quantità d’acqua minima. Qualcosa si sta muovendo (soprattutto sul fronte della presa di coscienza) in un ambito che sembrava abbastanza immobile. Ma mancano le risorse. I finanziamenti non sono arrivati. Per oggettiva carenza di fondi e per scelte politiche. La siccità provoca i primi disagi in Umbria con qualche problema di erogazione dell’acqua nelle abitazioni. ‘La situazione non è drammatica ma c’è qualche sofferenza a Todi e a Valfabbrica’, sottolinea Angelo Zucchini, presidente di Umbria Acque Spa, la società che gestisce il servizio idrico in 38 comuni del perugino. Nei due comuni, in alcune zone del territorio, non è sgorgata l’acqua dai rubinetti in alcune ore della giornata. La speranza è in un cambiamento meteorologico che sblocchi la situazione per non arrivare ad un piano di razionamento, probabilmente già ipotizzato. Potrebbe trattarsi però dell’ultima estate segnata dai problemi di approvvigionamento idrico. Infatti le difficoltà legate alle attuali, stagionali, emergenze dovrebbero terminare con l’estate del 2004 con la realizzazione di acquedotti di grande portata nell’alta valle del Tevere (nella zona di Città di Castello e Umbertine), nella media valle del Tevere (per Todi e Marsciano) e nell’area del Trasimeno (l’acquedotto non ha niente a che fare con gli interventi per la salute del lago). ‘Questi grande investimenti saranno portati a termine entro la prossima estate’, dice Angelo Zucchini, presidente di Umbria Acque Spa, la società che gestisce il servizio idrico a una popolazione di 457.000 abitanti, per complessivi 193.000 utenti. Gli impianti di depurazione gestiti ammontano a 100, le reti di acquedotto sono circa 6.200 km, mentre quelle fognarie circa 3.500 km. L’azienda è nata nel gennaio scorso con l’obiettivo di applicare la riforma del servizio idrico integrato. Fino al dicembre scorso operavano nei 38 comuni cinque aziende diverse (Conap, Cesap, Sogepu, Tsa e Sia). Ora è stato tutto riunificato in Umbria Acque Spa, una società di circa 300 dipendenti che conta di assumere altro personale nei prossimi mesi. E a tal proposito è stato sottoscritto una convenzione con la Provincia di Perugia per la formazione degli addetti. Zucchini ha poi parlato della necessità di intervenire per diminuire l’entità delle perdite medie di acqua potabile che ‘si aggira intorno al 35 per cento’. Con la riduzione del 10 per cento delle perdite si potrebbe ottenere un risparmio di 8 milioni di mc di acqua all’anno. Va ricordato che il 70 per cento dell’acqua dolce viene consumata in agricoltura, il 20 per cento dall’industria e solo il 10 per cento per uso domestico. Umbra Acque Spa ha inoltre avviato un piano di sensibilizzazione per cercare di cambiare alcune abitudini degli utenti nell’ottica di un freno agli sprechi. Anche con semplici accorgimenti in normali azioni quotidiani- fare la doccia anzichè immergersi nella vasca del bagno oppure chiudere il rubinetto quando uno si rade la barba – si possono risparmiare centinaia di litri d’acqua.
Manca l’acqua per la siccità ma forse sarà l’ultimo anno
Il presidente di Umbria Acque Spa: 'Tre grandi acquedotti pronti per il 2004'
AUTORE:
Romano Carloni