Uno degli atti che resteranno nella memoria, suscettibili di simbolizzazione duratura, è stato quello del vescovo di Assisi, Sergio Goretti, al termine dell’assemblea generale ordinaria dei vescovi italiani il 17 novembre scorso nella cattedrale di San Rufino. Consegnò i documenti del Concilio Vaticano II a giovani umbri, reduci da Colonia, la città dell’incontro del nuovo Papa con i giovani di tutto il mondo per la Giornata mondiale della gioventù. Un gesto compiuto nel quarantesimo anniversario di quell’evento ecclesiale di portata mondiale che attende di essere rivissuto e rivitalizzato nelle nuove generazioni. Nella città in cui un giovane chiamato Francesco, piuttosto scapestrato e stravagante in rotta con il padre commerciante di stoffe nel 1200 ha ‘riparato’ la Chiesa, il vescovo di Assisi, che ha vissuto l’evento conciliare da giovane sacerdote, giunto al termine del suo ministero episcopale ha consegnato a giovani che non hanno vissuto il Concilio, e vivono la stranezza e stravaganza del nostro tempo spesso in rotta con i loro padri dediti al commercio, il compito di fare memoria di ciò che non hanno visto e udito e di diventare i messaggeri di una notizia che loro ancora non hanno ben capito. Un gesto di coraggio, di una Chiesa che sa di dovere dare qualcosa di più di un semplice augurio alle future generazioni, qualcosa di concreto e solido da prendere in mano, una esperienza viva, un ideale possibile, un progetto di vita e di società, una consegna di compiti, una chiamata alla responsabilità, una consegna di fiducia. ‘Siete voi, giovani, oggi a prendere in mano quello che noi giovani a nostra volta quarant’anni fa abbiamo ricevuto. I documenti del Concilio possono riassumere quelle indicazioni e quelle informazioni necessarie per non rimanere sprovveduti di fronte alle sfide della vita e della storia. Questo tratto terminale dell’anno 2005 è un tempo propizio per questa consegna. Se i giovani sapranno accettare in dono dal vescovo di Assisi a nome di tutti i vescovi italiani e in profonda sintonia con il vescovo di Roma, la lettera e lo spirito del Concilio si troveranno arricchiti spiritualmente e intellettualmente, perché avranno idee e parametri per comprendere la Chiesa in cui vivono. La troveranno affascinante. Una comunità di cui non si può immaginarne una migliore, più vitale e santa. La troveranno, certo, anche peccatrice nelle sue membra e sofferente, ma sempre rinnovata da colui che vive in essa come un germoglio spuntato sul tronco di Jesse, ripieno dello Spirito del Signore. La troveranno anche capace di grande umanità e, come dice un vecchio amico vescovo, ‘mai latitante e mai invadente’. Così almeno pensa di dover e prova ad essere. I giovani ‘conciliari’ potranno convincersi di ciò ed ottenere dai loro amici un consenso maggiore e migliore di quanto sia stato finora, con il loro stile di vita cristiana.
Mai latitante Mai invadente
Editoriale
AUTORE:
Elio Bromuri