Se si volesse riassumere con una sola parola l’intera esistenza di Madre Speranza di Gesù, questa sarebbe senz’altro la misericordia. Una virtù che racchiude, senza dubbio, l’intima essenza della vita della mistica spagnola. Povera tra i poveri, orante e accogliente tra gli ultimi della terra, Madre Speranza ha amato profondamente l’umanità piagata dalle malattie del corpo e da quelle dell’anima. Un’umanità ferita che ha conosciuto fin da bambina – quando patisce e condivide la miseria che affligge la sua famiglia – e che sceglie di accogliere nella sua vita, senza retorica e senza orpelli. Accogliere gli ultimi e i malati con pietà e amore significa, infatti, avere un incontro autentico con Cristo. Un incontro viscerale e totale, da cui scaturisce una dedizione completa all’amore misericordioso di Gesù. Una dedizione che non contempla, ovviamente, complicati progetti pastorali.
Nella sua vita, l’unico progetto che Madre Speranza ha avuto è stato quello di fare la volontà di Dio. Ovvero mettersi alla sequela di Cristo, nella più assoluta convinzione che il traguardo finale di ogni cristiano è sempre rappresentato dalla Gerusalemme celeste e che gli unici “beni” in suo possesso – che aveva avuto in dono dal Signore e che avrebbe lasciato in eredità ai suoi figli spirituali – erano “una fede viva”, “una ferma speranza”, “una carità ardente” e “un amore forte al buon Gesù”.
Madre Speranza, dunque, rifugge dalla vanità del mondo e dalle cose materiali per prendersi cura del prossimo in nome di Cristo. E questo cerca di insegnare e di lasciare come pegno d’amore alle congregazioni da lei fondate, le Ancelle dell’Amore Misericordioso e i Figli dell’Amore Misericordioso. “Guardatevi, figli miei – afferma nel suo testamento spirituale –, da ogni avarizia. Cercate di non essere attaccati alle cose terrene, poiché il Figlio e l’Ancella dell’Amore Misericordioso devono dedicarsi alla carità, alle cose divine e spirituali, e lo conseguiranno facilmente se i loro cuori saranno fissi nel buon Gesù”. Parole attualissime e rese ancor più importanti dall’azione pastorale di Papa Francesco.
A una società avara e crapulona che tende a valutare la qualità di una persona con il terribile bilancino del denaro e della sanità fisica, Francesco contrappone una società diversa che utilizza un’altra unità di misura: quella dell’amore e della misericordia. La misericordia può cambiare il mondo, disse il Papa al suo primo Angelus, ormai più di un anno fa. Lo può rendere “meno freddo e meno giusto”. E allora bisogna chiederci: siamo veramente pronti ad affidarci completamente alla misericordia di Dio? Siamo realmente predisposti a fidarci totalmente della Sua azione nella nostra vita? Siamo autenticamente convinti che Lui è il Signore della nostra storia?
La vita di Madre Speranza di Gesù è una risposta forte a queste domande. L’ispiratrice del santuario di Collevalenza rappresenta, infatti, un modello di vita religiosa credibile per gli uomini e le donne di ogni tempo. Perché soltanto chi ama incondiziona-tamente, senza chiedere nulla in cambio, può avvicinarsi a un incontro che gli cambia radicalmente la vita. E soltanto chi si avvicina alle piaghe insanguinate degli ultimi e dei sofferenti può avere la speranza di trovare Gesù.