“Madre Speranza ha lasciato una scia di luce”

Colleva- lenza. Le celebrazioni per il 30° anniver- sario della “nascita al cielo” di Madre Speranza
Mons. Benedetto Tuzia presiede la celebrazione nella basilica dell’Amore misericordioso
Mons. Benedetto Tuzia presiede la celebrazione nella basilica dell’Amore misericordioso

Venerdì 8, per il 30° della nascita al cielo della venerabile Madre Speranza, nella cripta del santuario di Collevalenza padre Aurelio Perez, superiore generale Fam, ha presieduto una solenne concelebrazione – animata dalla corale del santuario diretta da suor Erica – alla stessa ora (le 8) in cui la Madre si spegneva per unirsi per sempre all’amore misericordioso di Dio che aveva motivato tutta la sua vita. Erano presenti tante Ancelle e Figli dell’Amore Misericordioso, e pellegrini venuti da ogni dove.

“Facciamo memoria – ha detto padre Perez all’omelia – di una persona santa, benedetta dal Signore che ha lasciato una scia di luce che ha illuminato tutta la Chiesa di Dio del nostro tempo. Ringraziamo il Signore per averci riuniti in questa circostanza. E vogliamo chiedere ardentemente quella grazia che p. Gino Capponi, suo padre spirituale si sentì ispirato a chiederle sul letto di morte a nome di tutte le Figlie e Figli: ‘Il tuo spirito, o Madre! Lasciaci il tuo spirito, perché il tuo è lo Spirito di Gesù, lo spirito dell’Amore Misericordioso che ha unto del suo profumo tutta la tua vita e ha orientato ogni tuo passo nella ricerca costante di ciò che era gradito a Lui’… Madre Speranza è un cuore che intercede per noi, e ringraziamo il Signore per averci dato questa Ancella che ha compiuto tutto quanto Tu le hai chiesto… Continua ad essere un fazzoletto per asciugare le lacrime nostre e affidaci al Signore perché ci apra le braccia misericordiose, rafforzi la nostra fede, renda ferma la speranza. Abbiamo bisogno di braccia per portare nel mondo il messaggio dell’Amore Misericordioso. Madre Speranza, presso il Signore, vedi cosa puoi fare. Madre Speranza, prega per noi”.

Sabato 9 il vescovo mons. Benedetto Tuzia ha presieduto, nella basilica dell’Amore Misericordioso, una solenne concelebrazione preceduta dalla benedizione dell’organo.

“Provo sempre – ha detto mons. Tuzia all’omelia – una grande emozione in questo luogo perché si avverte la presenza e il messaggio grande dell’Amore Misericordioso che Madre Speranza ha vissuto e ha comunicato alla Chiesa e al mondo. Questa donna testimone dell’Amore, di quell’amore che porta il sigillo più bello di Dio: amore e misericordia, la qualità più alta. Il Vangelo di oggi ci ricorda che Pietro dice a Gesù: ‘Sulla tua parola io prendo il largo’. Così aveva risposto Madre Speranza al Signore che le affidava il compito di far conoscere nel mondo il Suo vero volto di amore e misericordia”.

Mons. Tuzia ha poi ricordato la definizione che la Madre si era assegnata: “Io sono la portinaia, la portinaia di un nido di amore”, colei che sta sulla porta per accogliere il carico della sofferenza umana, per accogliere i pesi e le ferite da portare al Signore.

Come Maria ha accolto, custodito e recapitato al cuore di Cristo, così Madre Speranza affidava al cuore di Cristo tutto quanto aveva accolto, ascoltato da uomini e donne del nostro tempo.

Domenica 10 alle ore 11.30 la solenne concelebrazione è stata presieduta da mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, presidente della Ceu e vice presidente della Cei. Mons. Bassetti ha così ricordato Madre Speranza: “È vissuta sempre di fede, ricevuta come dono dal Signore e coltivata nella vita di preghiera e di pietà… Chi l’ha conosciuta parla della Madre come di una persona ‘dalla fede viva, profonda e tenace’, che non le è mai venuta meno e che l’ha sorretta nei duri momenti della prova…

Fede e speranza sono state in lei fonte di autentica carità e di amore, in primo luogo per il buon Gesù e poi per tutti coloro che l’hanno avvicinata. Tutto ciò che la Madre ha realizzato lo ha fatto per amore di Dio e per sovvenire al bisogno del prossimo, in particolare dei sacerdoti in difficoltà. Ella è stata pertanto una donna e una religiosa degna di ammirazione di venerazione! Alla sua intercessione sono ricorse e ricorrono molte persone, ottenendo grazie a favori celesti. Siamo in questi mesi in trepida attesa per l’esito del processo sul presunto miracolo, che permetterebbe di arrivare alla solenne beatificazione”.

“L’intero episcopato umbro, che qui oggi rappresento – ha aggiunto -, ha inviato a suo tempo una lettera al Prefetto della Congregazione per le cause dei santi per sollecitare una conclusione veloce di tale processo. Speriamo che arrivino presto buone notizie. Voglia il buon Dio concederci la grazia di vedere realizzato il sogno di una giovane di 21 anni che partì da casa con il cuore in gola perché la mamma era a letto malata, per ‘farsi santa, una grande santa!’. Iddio ce lo conceda al più presto! Amen”.

Dall’omelia di mons. Gualtiero Bassetti

“Tre belle figure di uomini e di discepoli [vedi Vangelo di domenica 10] che, nonostante i loro limiti – di cui sono ben consapevoli – si fidano della parola del Signore, lasciano tutto e lo seguono. Tra di esse possiamo inserire oggi a buon diritto anche Madre Speranza di Gesù, fondatrice di questo santuario… Madre Speranza si è fidata di Dio fino in fondo. Ha corrisposto alla chiamata del Signore, che si era chinato su di lei fin da quando, da bambina, abitava nella casa del parroco della sua cittadina natale, Santomera, nella regione spagnola di Mursia. Oggi Santomera è una ridente e industriosa città ma, all’epoca della Madre, la povertà regnava ovunque e il vivere non era facile, per molti si trattava solo di sopravvivere. Tra questi vi era anche la famiglia Alhama-Valera, tanto che la piccola Josefa fu affidata alle cure della sorella del parroco. Fin da giovane, il Signore le fece intendere quale sarebbe stata la sua vita; l’attirò a sé, infondendole un grande amore verso l’eucaristia; con segni anche soprannaturali le indicò la vita futura, che doveva passare, nella consacrazione religiosa, attraverso molte prove, ma anche grandi opere!… Quando lasciò la famiglia per entrare in convento – ella racconta – il cuore le batteva forte che quasi le si spezzava, ma ebbe la forza di spiegare alla mamma ammalata e addolorata: ‘Vado a farmi santa, grande santa’. Quel giorno era la festa di santa Teresa d’Avila, fino ad oggi la più grande santa di Spagna!”

Le parole di padre Sorge

A sinistra padre Bartolomeo Sorge
A sinistra padre Bartolomeo Sorge

“I santi, quando vengono nel mondo, il Signore li manda per cancellare le deformazioni del Suo volto. Madre Speranza è stata suscitata da Dio per ricordare alla Chiesa e al mondo il vero volto di Dio rivelato da Gesù. Madre Speranza è venuta a cancellare le ‘brutte facce’ di Dio. E ha compiuto questa missione senza complesse elaborazioni teologiche ma con parole semplici e con la testimonianza della sua vita. La sua è stata una intensa esperienza di Dio Amore. Madre Speranza si è fidata del Signore: ‘Lo hai detto Tu’. Come sarebbe bello vedere M. Speranza beatificata in questo Anno della fede, lei che ne è stata una testimone”. Lo ha detto padre Bartolomeo Sorge, sj, sabato 9 innanzi a un pubblico che stipava l’auditorium della Casa del pellegrino, in apertura di una conferenza-meditazione sul tema “Varcare la Porta della fede in Madre Speranza”. A questa società ‘orfana’ che ha sovrapposto la ragione alla fede, che ha rifiutato la figura del Padre, Madre Speranza è stata inviata da Dio a ricordare il Suo vero volto, trepidante immagine di amore misericordioso.

AUTORE: Antonio Colasanto